> > Autocertificazione ISEE: come compilare il modello

Autocertificazione ISEE: come compilare il modello

Autocertificazione ISEE

A seguito della riforma dell'autocertificazione ISEE del 2015 sono state introdotte alcune importanti novità.

L’ISEE rappresenta l’indicatore della situazione economica equivalente e risulta essere di primaria importanza per analizzare la posizione reddituale di un determinato nucleo familiare. Subito dopo l’accertamento in questione, sarà possibile stabilire se ed in che modo il nucleo analizzato avrà diritto ad una serie di servizi supplementari che vanno da prestazioni agevolate fino ad arrivare a servizi di utilità. Come se ciò non fosse ancora sufficiente, l’Isee diventa importante anche per la fruizione dei servizi universitari, un mezzo che consentirà all’ateneo di calibrare le tasse annuali alle possibilità economiche dello studente.

Autocertificazione ISEE: di che si tratta?

Scendendo maggiormente nel particolare, il calcolo dell’Isee deriva dal rapporto tra l’indicatore della situazione economica, conosciuto con l’acronimo di ISEE, ed il parametro desunto dalla scala di equivalenza. Per rendere il tutto maggiormente comprensibile, è possibile affermare che l’Isee viene ricavato rapportando la somma dei redditi ad una percentuale pari al 20% del patrimonio sia mobiliare che immobiliare di ciascun componente della famiglia. Il tutto avviene basandosi scrupolosamente su una scala di equivalenza messa a punto dalla legislazione vigente in materia.

Autocertificazione ISEE: istruzioni per l’uso

Detto questo, in che modo poter fare l’autocertificazione Isee? Conseguentemente ad una riforma risalente al 2015, si è assistito all’immissione di nuove ed importati novità. Una di queste sta nell’inserimento di quelli che prima erano molteplici redditi che precedentemente rimanevano esclusi da computo: dai redditi esenti a quelli figurativi degli immobili non locati, dagli assegni di mantenimento per separazione o divorzio alle pensioni, dai trattamenti di tipo assistenziale fino ad arrivare alle indennità. In aggiunta, come se ciò non fosse ancora sufficiente, altro aspetto del tutto nuovo è rappresentato dal fatto che, se è vero che prima alcune informazioni venivano auto dichiarate, è altrettanto vero che adesso tali parametri vengono direttamente estrapolati dall’Agenzia delle Entrate. L’attestato Isee viene direttamente rilasciato dall’Inps, dopo che la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) sia stata presentata all’Ente, ai centri di assistenza fiscale o al comune di residenza. All’interno di quest’ultima devono essere redatti tutti i dati che interessano il nucleo, da quelli economici a quelli anagrafici, senza dimenticare la situazione patrimoniale. Spesso e volentieri può accadere che chi offre un determinato servizio, attenendosi al valore della certificazione Isee, possa richiedere un’autocertificazione. L’esempio più lampante e frequente può essere ricercato nel calcolo delle tasse universitarie di cui si faceva precedentemente menzione.

Autocertificazione ISEE: i dati necessari

Nell’autocertificazione Isee va riportato un numero non esiguo di dati, riassumibili come segue:

  • è opportuna è l’immissione delle informazioni anagrafiche;
  • non può essere tralasciata l’entità dell’Isee;
  • ci deve essere l’enumerazione del protocollo attinente l’attestazione;
  • non potrà essere omessa la data nella quale è stata perfezionata l’attestazione Isee;
  • dovrà essere riportato anche l’Ente al quale è stato affidato il compito di redigere la dichiarazione sostitutiva unica (DSU).

Malgrado questo, non di rado potrebbero essere richieste informazioni supplementari, tra cui:

  • la composizione del nucleo familiare;
  • l’assenza o meno di entrate concernenti ciascuno dei membri del nucleo in questione;
  • l’ipotesi di eventuali o potenziali redditi generati e detenuti in un Paese estero;
  • la collocazione geografica della residenza.

Analogamente ad ogni altra tipologia di autocertificazione, la Pubblica Amministrazione, e più in particolare l’Agezia delle Entrate, fa salva la probabilità e la facoltà di provvedere, qualora fosse necessario, a dei controlli il cui obiettivo è quello di verificare l’affinità dei dati Isee con i beni posseduti. Nel caso in cui le informazioni introdotte nell’autocertificazione Isee appaiano come mendaci, colui che effettua la dichiarazione potrebbe essere afflitto da sanzioni di entità variabile. Verranno inoltre perduti tutti i benefici scaturenti dall’autocertificazione.