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Haiti, rapito l'ingegnere Giovanni Calì: chiesto un riscatto di 500mila dollari

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L'ingegnere Giovanni Calì è stato rapito ad Haiti, dove si trovava per motivi di lavoro. I rapitori hanno chiesto un riscatto di 500mila dollari.

È Giovanni Calì l’ingegnere italiano di 74 anni rapito ad Haiti nella giornata del primo giugno. L’uomo, già assessore ai Lavori pubblici della provincia di Catania, si trovava nello stato caraibico per motivi di lavoro, quando è stato sequestrato da una gang locale che ha chiesto un riscatto di 500mila dollari per la sua liberazione. Al momento il ministero degli Esteri e i servizi segreti italiani sono all’opera per cercare una mediazione con i rapitori.

Haiti, ingegnere italiano di 74 anni rapito: la nota del Ministero degli Esteri

Giovanni Cali è stato sequestrato ad Haiti mentre stava effettuando alcuni controlli in un cantiere edile. La notizia del rapimento è stata comunicata dal ministero degli Esteri che ha diramato una nota ufficiale: “Un ingegnere italiano di 74 anni, impiegato presso una ditta di costruzioni italiana ad Haiti, è stato prelevato oggi dal cantiere dove si trovava per alcuni rilievi, da individui sconosciuti. L’Unità di Crisi della Farnesina è stata immediatamente attivata e sta seguendo il caso in raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, con la nostra ambasciata a Panama e con il nostro Console onorario sul posto”.

Haiti, ingegnere italiano di 74 anni rapito: il sequestro

Calì si era recato ad Haiti per collaborare a un progetto di costruzione destinato alla realizzazione di una strada varato dall’azienda Bonifica S.p.A., la cui sede centrale è a Roma. Nella giornata di martedì, l’ingegnere aveva dunque raggiunto il cantiere situato in località Croix des Bouquets per effettuare alcuni rilievi indispensabili per organizzare i lavori di costruzione: in questo frangente, è stato sequestrato da un gruppo di sconosciuti.

Sulla base delle indiscrezioni sinora trapelate, sembra che il sequestro sia stato messo in atto da una gang locale particolarmente attiva nella zona, nota come “400 Mawozo”. Il rapimento di Calì è avvenuto nella stessa zona dove l’11 aprile scorso furono rapiti alcuni preti francesi, poi rilasciati il successivo 30 aprile.

Al momento del rapimento, l’ingegnere italiano era in compagnia di un tecnico, del quale non è stata rivelata la nazionalità e che potrebbe essere stato a sua volta prelevato dalla gang. Le informazioni legate all’episodio avvenuto ad Haiti sono state diffuse dall’ambasciatore d’Italia a Panama, Massimo Ambrosetti, che risulta responsabile anche per Haiti, Stato nel quale si trova soltanto un console onorario. Proprio quest’ultimo, infatti, ha contattato l’ambasciata italiana a Panama non appena venuto a conoscenza del rapimento del cittadino italiano iscritto alle liste dell’Aire.

Haiti, ingegnere italiano di 74 anni rapito: il commento di Musumeci

Giovanni Calì era noto per essere stato assessore ai Lavori pubblici alla Provincia di Catania nella seconda metà degli anni ’90, quando l’ente era guidato dall’attuale presidente siciliano Nello Musumeci. È stato proprio Musumeci a ricordare l’operato svolto da Calì: “È stato in quegli anni un grande assessore e un ottimo dirigente. Ha studiato a Catania e si è perfezionato al Politecnico di Torino, un professionista di altissimo livello, che si è formato lavorando nelle più grandi imprese di livello internazionale. Sono vicino alla sua famiglia e spero con tutto il cuore che si arrivi a una soluzione serena per tutti e in tempi rapidi”.

Haiti, ingegnere italiano di 74 anni rapito: il fenomeno dei sequestri

La Repubblica di Haiti rappresenta uno dei Paesi più poveri esistenti al mondo: le condizioni globali dello Stato, inoltre, si sono ulteriormente aggravate con il terremoto del 2010 che ha provocato un aumento esponenziale della miseria e della disperazione della popolazione.

In questo contesto, quindi, si sono gradualmente moltiplicati gli episodi di sequestro finalizzati a ottenere un riscatto. Soltanto nel 2020, ad esempio, sono stati segnalati 243 rapimenti con richieste di riscatto rispetto ai 78 registrati nel 2019. Secondo le stime effettuate dalla ong di Port-au-Prince, nota come Center for Human Rights Analysis and Research, tuttavia, il numero dei reati sarebbe decisamente più alto, fino a raggiungere i 796 rapimenti nel solo 2020.