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Da Hayden a Schumacher: eroi feriti in circostanze strane

Hayden

Hayden a Schumacher, due campioni nello sport che hanno subìto la stessa tragica sorte: non in pista, ma quando avevano la guardia abbassata

Due piloti, due campioni del mondo, due uomini che hanno fatto del rischio la loro scelta quotidiana: Hayden a Schumacher. Eppure entrambi sono rimasti colpiti dallo stesso destino, proprio quando avevano la guardia abbassata. Una strada della riviera romagnola così come una pista da sci: questi i posti che li hanno traditi.

Nicky Hayden come Michael Schumacher: sono entrambi piloti e formidabili campioni del mondo nelle rispettive discipline sportive. Chi decide di mettere in gioco la propria vita in un’attività estrema evita spesso di parlare dei rischi enormi che possono verificarsi. La tragedia di Hayden è simile a quelle di tanti ciclisti, così come la caduta di Schumacher dagli sci è paragonabile a quella di uno sciatore distratto. Questi eroi, in precise circostanze dettate dal fato, sono ridotti a piccoli uomini, vulnerabili come tutti noi. Sono persone che ci somigliano, esposte a un capriccio del destino, che non risparmia nessuno. Non guarda in faccia a nessuno.

Hayden: le condizioni dopo l’incidente

Le condizioni di Nicky Hayden, ricoverato da mercoledì all’ospedale Bufalini di Cesena, continuano a essere di estrema gravità. Un comunicato medico è stato emesso attorno alle 8.30 di questa mattina. La nota riferisce quanto circolava già nel pomeriggio di ieri, ovvero di un danno cerebrale gravissimo. Sempre giovedì sono arrivati dagli Stati Uniti a Cesena i famigliari di Nicky. Ovvero il fratello Tommy (ex pilota professionista) e la mamma Rose. La fidanza Jackie era già accanto al pilota subito dopo l’incidente, così come lo staff della Red Bull Honda World Superbike, squadra per la quale corre il campione americano.

La versione online del Resto del Carlino ha reso pubbliche le prime dichiarazioni del 30enne che ha investito Hayden con la propria auto. “È spuntato all’improvviso dallo ‘stop’. Mi dispiace, mi dispiace“. Totalmente sotto choc, come è comprensibile che sia, il ragazzo ha provato a ricostruire l’accaduto sulla Riccione-Tavoleto. Il padre ha chiesto di poter incontrare la famiglia di Nicky.

Schumacher e quel tremendo giorno in montagna

Michael Schumacher

Era il pomeriggio del 29 dicembre di tre anni fa, quando dalle piste di Meribel, Michael Schumacher veniva portato all’ospedale di Grenoble. Qui è stato operato due volte al cervello nel giro di 48 ore. La diagnosi fu di danno assonale diffuso. Poche furono le speranze date alla famiglia per il possibile risveglio di Michael. Dal 9 settembre del 2014 l’ex pilota tedesco è chiuso e protetto all’interno della villa di Gland in Svizzera, in una stanza attrezzata appositamente per tenerlo in vita.

Schumacher ha sempre desiderato proteggere la propria privacy, anche quando correva e vinceva. Così, dopo l’incidente sugli sci di tre anni fa, la sua famiglia ha deciso di continuare a proteggerla. Sulle sue vere e attuali condizioni di salute poco o niente è stato rivelato. Silenzio e rispetto sono le condizioni che la moglie Corinna e la portavoce Sabine Kehm hanno sempre chiesto. Anche ai pochi amici che hanno avuto il permesso di andare a trovare Michael, come Luca Badoer, Stefano Domenicali e Jean Todt.

Solo in rare occasioni è trapelato qualcosa. Nel 2014, ad esempio, era apparsa la notizia di un operatore del soccorso svizzero che fu arrestato per aver provato a vendere la cartella clinica di Schumacher. L’uomo addirittura si suicidò in cella. Qualcun altro aveva provato inutilmente a vendere ai giornali alcuni scatti rubati. Per il resto le novità sono riportate sul sito e sulla pagina Twitter che la famiglia e l’ufficio stampa di Schumacher hanno deciso di aprire a suo nome.