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Hitler è morto nel 1974 a 90 anni: la foto secretata

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Secondo la teoria della giornalista Renee Guerreiro Dias, Adolf Hitler sarebbe morto nel 1974 a 90 anni, vivendo insieme a una donna di colore

Ancora una volta al centro dei sospetti c’è Adolf Hitler. Il Führer della Germania, a quanto pare, non sarebbe morto suicida il 30 aprile 1945 nel bunker a circa 8 metri sotto il giardino della Reichskanzlei, a Berlino. Il dittatore tedesco sarebbe morto in Brasile, quarant’anni dopo. Quando si parla di lui, del resto, la storia ci ha spesso insegnato che possiamo aspettarci di tutto. Lo spettro di Adolf Hitler continuerà ad apparire e scomparire su questa terra…

Hitler è stato pressoché visto dovunque. Il numero di segnalazioni del Führer vivo e vegeto è altissimo, nonostante la sua morte sia stata raccontata in tutti i libri di storia, seconda solo alle vicende del buon Elvis Presley. Questa volta l’ultima verità sul ‘Cancelliere del Reich’ arriva dal Brasile. Simoni Renee Guerreiro Dias, una giornalista sudamericana, da qualche tempo sta facendo impazzire il web con un libro. Il volume reca in calce una foto di Adolf Hitler abbracciato a una ragazza di colore.

Adolf Hitler

In quel periodo il Führer doveva avere quasi novant’anni. La Guerreiro Dias non ha dubbi: Hitler avrebbe finto il suicidio per poi rifugiarsi nello stato brasiliano del Mato Grosso. Precisamente si sarebbe stabilito in una piccola località al confine con la Bolivia. Il libro della Dias è apparso in Italia qualche giorno fa. E si è guadagnato subito l’attenzione dei media, come c’era da aspettarsi. Perché la tesi sostenuta dall’autrice non è per niente nuova, anzi. Sono anni che si favoleggia di un presunto piano di fuga dei dirigenti nazisti proprio in direzione dell’America Latina.

Hitler: la fuga dei nazisti per la Via dei Monasteri

L’operazione in questione è stata chiamata ‘Odessa’ e venne messa a punto da Heinrich Luitpold Himmler, quando si rese conto che tutto era ormai perduto. L’idea era semplice: bisognava fruttare la complicità del Vaticano per permettere ai gerarchi fascisti e ai capi delle SS sopravvissuti alla guerra di raggiungere mete sicure. Allo scopo, essi dovevano passare di monastero in monastero. Nacque in questo modo la leggenda della cosiddetta Via dei Monasteri, conosciuta anche come ‘ratline’ o “via dei ratti”. A farne le spese fu anche monsignor Giovan Battista Montini, che di lì a poco sarebbe diventato papa Paolo VI. L’ecclesiastico era stato accusato di aver coperto la fuga di Luigi Federzoni su incarico di papa Pio XII. L’allora ministro delle Colonie e dell’Interno era stato per 10 anni presidente del Senato.

Nazismo

Nel caso del Führer, la faccenda sarebbe ancora più semplice. Sappiamo infatti che il suo corpo, insieme a quello della compagna Eva Braun, non è mai stato identificato con certtezza. In merito alle ultime ore nel bunker di Berlino si è molto favoleggiato. Pertanto è facile ipotizzare un falso suicidio nonché una fuga rocamblesca verso posti più sicuri e impenetrabili. Solo qualche mese fa, del resto, era apparso anche un libro che raccontava della presenza di Hitler in Argentina. Il Führer, secondo questa ricostruzione, sarebbe stato sposato con la Braun, dalla quale avrebbe avuto una figlia nata all’inizio degli anni sessanta.

Hitler: la sua vita in Brasile con una donna di colore

Hitler in Brasile

Questa volta, però, Hitler è riapparso in Brasile. Qui pare abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita in compagnia di una donna di nome Cutinga. Simoni Renee Guerreiro Dias ha anche fornito ai suoi lettori una fotografia della coppia. L’autrice ha spiegato che il Führer visse per anni a Nossa Senhora do Livramento, una cittadina di 11 mila abitanti, nel cuore del Mato Grosso. Qui tutti lo conoscevano e lo chiamavano “alemao velho” (il vecchio tedesco). Adesso il corpo di Hitler sarebbe sepolto proprio in questa cittadina. Sulla lapide c’è però il nome di un tale Adolf Leipzig. La Guerreiro Dias chiude il suo scoop con una provocazione. “Esistono ancora dei parenti del Führer. Facciamogli il Dna e confrontiamolo con i resti di Hitler conservati in quel cimitero. Capirete che ho ragione io”. Una cosa del genere, evidentemente, non succederà mai. Una sola cosa è certa: che il libro Hitler in Brasile, la sua vita e la sua morte sta letteralmente scalando tutte le classifiche.