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I boss mafiosi di Porta Nuova contro il Reddito di Cittadinanza

La mafia palermitana "contro" il RdC

Il dialogo surreale intercettato fra un capocosca ammazzato ed un suo gregario, anche i boss mafiosi di Porta Nuova contro il Reddito di Cittadinanza

Anche i boss mafiosi di Porta Nuova erano contro il Reddito di Cittadinanza, le intercettazioni dell’operazione “Vento” fanno emergere le difficoltà a trovare “picciotti” che potessero mettersi a servizio esterno delle cosche. Non solo politici dunque ma anche malavitosi siciliani di grana grossa contro la misura fortemente difesa in questi giorni dal M5s di Giuseppe Conte. Questo perché neanche i boss di Porta Nuova a Palermo sarebbero più riusciti a trovare “picciuttieddi”, chi sono? Ragazzini o persone non affiliate ma disposte a fare “lavoretti” criminali con pagamento cash immediato. 

I boss contro il Reddito di Cittadinanza

Essendo percettori molti di loro non avrebbero considerato la prospettiva di darsi allo spaccio. Nell’operazione “Vento” erano state  fermate 18 persone dopo l’omicidio di Giuseppe Incontrera, ritenuto uno dei capi del clan. Il boss era stato ucciso il 30 giugno con tre colpi di calibro 22 in via Imperatrice Costanza, alla Zisa.  

L’intercettazione e la lamentela sullo spaccio

E l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Giovanni Antoci, Luisa Bettiol e Gaspare Spedale ha fatto emergere come fosse stato proprio Incontrera a lamentarsi, in un’intercettazione del 27 febbraio del 2020. Il tema era l’apertura di una nuova piazza di spaccio e la difficoltà nel trovare “personale”. Incontrera parlava con Andrea Damiano e diceva: “Con questa minchia di Cittadinanza, peggio è, perché quello già dice ‘io ho già 1.200 al mese… che minchia vengo!'”.