Nel Medioevo i bambini figli di contadini dovevano lavorare e aiutare i propri genitori, mentre quelli nobili cominciavano a venire addestrati all’età di 7 anni per servire il loro Paese. In generale i lavori infantili all’epoca dipendevano dall’appartenenza alla classe sociale.
Lavori in agricoltura
I bambini poveri non avevano le stesse opportunità di quelli nobili, come diventare cavalieri o avere matrimoni privilegiati. Appena potevano dovevano cominciare a lavorare nei campi, soprattutto i primogeniti; la terra che la loro famiglia coltivava era di proprietà del feudatario.
Allevatore di pecore
Il signore del feudo usava impiegare un pastore che curasse le pecore e il bestiame del villaggio, soprattutto quando pascolavano. Il pastore poteva essere sia adulto che bambino e il suo compito era di accompagnare gli animali al pascolo la mattina e di riportarlo in un luogo sicuro la sera. Questa pratica continuò anche nel periodo rinascimentale.
L’apprendistato
I contadini ‘benestanti’ mandavano i propri figli maschi a fare l’apprendistato all’età di 11 anni. Il bambino imparava così un mestiere nel villaggio o in uno vicino per sette anni. Questa era l’unica educazione che il bambino riceveva, dopodiché l’apprendista apriva la propria bottega. Questa pratica permetteva al lavoro artigianale di proseguire e di mantenere gli abitanti del villaggio.
I bambini nobili
I bambini ricchi avevano molte più opportunità rispetto ai loro coetanei contadini. Intorno ai 7 anni venivano mandati presso un’altra famiglia nobile per fare i paggi; il loro compito era di servire i signori e le signore della corte e imparare a combattere fino all’età di 14 anni, quando diventavano scudieri. A 21 anni potevano diventare cavalieri se dimostravano fedeltà al proprio re e al Paese. Le donne nobili imparavano a tenere la casa.
BIodich