> > I lavori delle Donne nel Medioevo

I lavori delle Donne nel Medioevo

women

Le scelte di carriera a disposizione delle donne nel Medioevo erano limitate sia nel loro genere che nel profitto. Tuttavia, a dispetto di queste limitazioni, le donne medievali erano coinvolte in una vasta gamma di lavori. Le opzioni disponibili dipendevano per la maggioranza dalla posizione della ...

Le scelte di carriera a disposizione delle donne nel Medioevo erano limitate sia nel loro genere che nel profitto. Tuttavia, a dispetto di queste limitazioni, le donne medievali erano coinvolte in una vasta gamma di lavori. Le opzioni disponibili dipendevano per la maggioranza dalla posizione della donna nella società e il suo stato civile.

Lavoro non qualificato:

Le contadine erano necessariamente chiamate a lavorare al fine di contribuire al reddito economico della propria famiglia, ma raramente facevano nulla che potesse essere considerato una vera e propri carriera per gli standard odierni. Le contadine non sposate lavoravano come serve in alloggio, mungitrici o pastorelle. Spesso lavoravano a fianco degli uomini come braccianti, ma erano pagate meno. Per esempio, un uomo veniva pagato sei pence al giorno mentre una donna veniva pagata quattro pence. Le donne povere lavoravano anche come serve di bassa lega o vendendo prestazioni sessuali.

Matrimonio:

Poiché il matrimonio è sempre stato considerato come dovere primario di ogni donna, le donne generalmente prendevano lavoro dopo essersi sposate. Tuttavia entrambe, sia donne single che sposate erano universalmente impegnate in filatura e tessitura. Molte donne sposate finivano a lavorare presso i forni o aziende della birra.

Da una donna di classe media ci si aspettava che assistesse il marito nel suo lavoro, molte donne così imparavano un mestiere in questo modo. Dopo la morte del marito, la vedova poteva continuare a praticare l’attività commerciale o industriale che aveva imparato, e altrimenti essere accettata come membro di una corporazione artigiana e diventare una donna d’affari indipendente.

Mestieri e artigianato:

Le donne coinvolte in una vasta gamma di mestieri, dai commerci alimentari come macellaia e pescivendola, sarte per abbigliamento specifici tra cui cappelli, guanti e sacchettini e merciaie. Artigiane in pelle e calzolai, legatori e perfino barbiere. Nell’area di artigianato e arti creative, le donne lavoravano come orafi, ricamatori, scribi e illuminatrici, mentre le musiciste viaggiavano con i loro padri o mariti come parte di un gruppo di animatori. Sorprendentemente, anche le donne lavoravano in mestieri fisicamente stancanti come fabbri, maniscalchi, armaioli, maestri d’ascia, muratori e carpentieri.

Imprenditrici:

La moglie di un uomo d’affari della città aveva bisogno di essere alfabetizzata e di sapere far di conto al fine di assistere il marito con il suo lavoro. Questo minimo era necessario per gestire il business in sua assenza. Mercanti, commercianti, tavernieri e locandieri avevano delle mogli capaci di lavorare come loro.

Nel paese, la ricca signora del maniero aveva un ruolo esecutivo principale. Era responsabile di una grande tenuta e della sua casa, la gestione del personale, supervisione della produzione agricola e i contratti legali.

La vita religiosa:

Diventare una suora era un’alternativa al matrimonio per le vedove benestanti o le donne provenienti da famiglie che potevano rendere un contribuito generoso al convento. Una donna meno ricca poteva al limite diventare una suora laica.

La vita religiosa, restrittiva in molti modi, apriva però molte possibilità di carriera per le donne.

La gestione del convento era responsabilità della badessa, responsabile sia del benessere economico che spirituale delle con-sorelle. Gestiva un gran numero di incombenze, ciascuna delle quali era responsabilità di vari settori della gestione del convento.

Una suora poteva anche diventare un insegnante o di una guaritrice. Alcuni conventi avevano annessi degli orfanotrofi e delle scuole, mentre ogni convento aveva novizie responsabili per la formazione e la supervisione delle suore alle prime armi, e una infermiera che si prendeva cura dei malati

Assistenza sanitaria:

Una donna poteva diventare farmacista, infermiera o levatrice.

Nel Medioevo, la pratica della medicina era aperta a uomini e donne allo stesso modo, e le donne potevano avere entrambi i pazienti sia di sesso maschile che femminile. Ildegarda di Bingen, nata nel 1098, è una badessa riconosciuta come una importante pioniera della cura della salute.

Le Infermiere medievali potevano appartenere ad ordini monastici, ma c’erano anche gli ordini di cura secolari, mentre l’ ostetrica era un importante professione con potenziali guadagni, alte retribuzioni quasi al pari di abili artigiani.

Mentre c’erano molte opportunità di carriera per le donne nel Medioevo, molte di queste opportunità scomparvero nel tardo Medioevo. Le restrizioni andarono via via imponendo scelte sempre più limitate per le donne portando al declino della partecipazione femminile nella vita lavorativa. A Londra, per esempio, la produzione di birra era un’occupazione tradizionalmente femminile. Tuttavia, dal 1420 solo 20 dei 300 operai di birra registrati erano donne.

L’istituzione della facoltà di medicina presso l’università, da cui le donne furono bloccate, effettivamente creò un monopolio medico del tutto maschile. Questo severamente ha limitato il ruolo delle donne come fornitori di assistenza sanitaria per i successivi 500 anni, fino alle pioniere come Elizabeth Blackwell (1821 – 1910) che lottò per l’ apertura della pratica medica alle donne.