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I messaggi dell'inchiesta Covid, "Speranza era nel pallone"

L'ex ministro Roberto Speranza

I giorni terribili e confusi dei primi contagi ed i messaggi convulsi dell'inchiesta Covid, "Il ministro Speranza era nel pallone"

I messaggi dell’inchiesta della magistratura sulla presunta mancata applicazione di zona rossa bergamasca e sull’aggiornamento del piano pandemico dopo l’arrivo del Covid avrebbe visto un “Roberto Speranza che era nel pallone”. Lo dicono alcuni particolari agli atti del fascicolo sulla prima ondata del Covid-19, del febbraio 2020. In quel frangente e dopo i primi contagi in Italia le autorità si dibattevano su come affrontare i contagi e l’incipit della pandemia.

Il dirigente: “Conte è molto preoccupato”

Ansa spiega che le chat del presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e di altri esperti danno la cifra del clima. su come affrontare la situazione nei giorni dei primi contagi. Il messaggio WhatsApp inviato il 22 febbraio 2020 a notte inoltrata da Giuseppe Ruocco, ex segretario generale del ministero della Salute, a una funzionaria ministeriale, è esplicito: “A mezzogiorno viene Conte a fare il punto; è molto molto preoccupato. Stasera non faceva altro che dire: ‘che guaio’”. Il dirigente scriveva questo dopo la scoperta di Paziente 1.

Perché “Speranza era nel pallone”

E ancora, il giorno dopo: “Qui si stanno demoralizzando tutti, e il Ministro ormai è nel pallone”. E Speranza? A Brusaferro aveva scritto il 4 marzo: “Così ci mandate a sbattere”. Era in agenda la possibile chiusura delle scuole e l’ex titolare della Salute sosteneva e scriveva: “Non abbiamo tempo. Paese col fiato sospeso. Non si può dare segnale incertezza altrimenti si perde ogni credibilità“.