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I vaccini contro il cancro di Moderna: come funzionano e perché solo oggi

Moderna ah annunciato una rivoluzione temporale nella cura contro il cancro

Un'istruzione fatta arrivare alle cellule che poi spazzano via quelle "cattive", ecco i vaccini contro il cancro di Moderna

Le parole del direttore sanitario Paul Burton hanno di fatto dato respiro al mondo, perché si tratta di un mondo nel quale la specie umana lotta contro le neoplasie in maniera attiva da un secolo ma con risultati che sono lusinghieri senza essere fondamentali: ecco perché capire come funzionano i vaccini contro il cancro di Moderna e perché se ne parola solo oggi. Il timing è di quelli insperati, a sentire l’annuncio: entro il 2023 ci saranno prodotti specializzati a combattere e debellare alcuni tipi di tumore.

I vaccini contro il cancro di Moderna

La mission è quindi combattere il cancro e altre invalidanti malattie come infarto e patologie autoimmuni usando i vaccini. Qual è la parola chiave per comprendere la portata di questa accelerazione? Essa è “pandemia”, con le dichiarazioni al Guardian di Burton che stanno facendo il giro del mondo (e delle borse). Ma proviamo a capire come ci si sia arrivati. Il dato è quello per cui il Covid ha in un certo senso “messo le ali ai piedi” a ricerca e sperimentazione e il binario è stato quello rivoluzionario della tecnologia a mRNA, il che ha portato in 18 mesi ad un’accelerazione di circa 18 anni.

La strada genetica per battere il male

Come? Lo ha detto Burton: lo scopo è “riuscire a individuare con certezza la causa genetica di una malattia”. Una volta fatto quello con la tecnologia a mRNA messa in campo contro la covid si può fare la stessa cosa che si è fatta contro il virus. Cosa? Semplicemente “insegnare alle cellule del nostro corpo a produrre l’esatta proteina capace di scatenare il sistema immunitario contro la patologia che si vuole combattere”. Insomma, affaccendandosi a fermare il coronavirus gli scienziati hanno fatto passi da gigante sulla strada di “ordinare” determinate risposte alle cellule. I vaccini personalizzati contro il cancro hanno un esordio in procedura: una biopsia del tumore del paziente, da inviare in laboratorio.

Le cellule imparano “a fare la guerra”

A quel punto si individuerebbero le mutazioni genetiche caratteristiche delle cellule malate comparandole con quelle sane. La fase due è la selezione affidata ad un algoritmo che identifica quali sono le mutazioni che guidano la crescita del tumore, quelle su cui intervenire per “ordinare” la risposta del sistema immunitario contro la neoplasia. Il terzo step, con milioni di attrezzature già collaudate ed in parte utili anche per la bisogna, sarebbe quello di creare una molecola di mRNA.

L’RNA messaggero che insegna come fare

Si tratta dell’acido ribonucleico, l’RNA messaggero che ha tutte le istruzioni in codice e che conterrebbe quella per far sintetizzare alla cellula le proteine che “bloccano” la crescita del tumore. Si punta agli antigeni: proprio come per la spike del SARS-CoV-2. Saranno loro a scatenare una risposta immunitaria. La faee ultima è quella per cui le dell’mRNA verrebbero usate dall’organismo per produrre frammenti di proteine identici a quelli trovati sulle cellule tumorali. Il sistema immunitario a quel punto “va a scuola” e usa quelle info per distruggere ogni cellula che abbia quelle specifiche caratteristiche. Quindi a distruggere il cancro “da dentro”.