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Igor il Russo dal carcere: "Salvato dall'arcangelo Raffaele"

Igor il Russo

Ha taciuto davanti ai giudici, ma dal carcere di Saragozza ha scritto una lettera a una giornalista italiana

Tutta l’Europa gli dava la caccia, ma lui sembrava essersi dissolto nel nulla. Gli è stata sufficiente qualche ora per vagare latitante senza che nessuno riuscisse davvero a mettersi sulle sue tracce. Omicidi, rapine, stupri. La carriera criminale del ‘lupo solitario’ è finita in Spagna al termine di una sanguinosa sparatoria. Norbert Feher, meglio conosciuto come Igor il Russo, è il killer di Budrio. Dopo una fuga durata mesi, è stato fermato in Spagna, durante un conflitto a fuoco con la Guardia Civil in cui due agenti sono rimasti uccisi. L’operazione è avvenuta nel cuore della notte, a Teruel, nella comunità autonoma dell’Aragona. Nel conflitto a fuoco è morta anche un civile che abitava nella zona.

E’ da quasi sette mesi nel penitenziario di Saragozza. Non ha aperto bocca davanti al pm bolognese Marco Forte e al procuratore capo Giuseppe Amato che lo scorso 23 marzo erano volati in Spagna per interrogarlo, ma non rifiuta gli scambi epistolari.

La lettera di Igor il Russo

Il killer serbo recluso in Spagna ha taciuto davanti ai giudici ma ha aperto il suo cuore nella lettera inviata a Simona Pletto, giornalista italiana del quotidiano “Libero”. Tra le sue dichiarazioni, non lesina i particolari sulla sua presunta conversione.

La mia anima è stato curato quasi istantaneamente dall’arcangelo San Raffaele e il corpo quasi idem. Sono stato forgiato nel forno del Padre eterno per poter affrontare col cuore sereno qualsiasi ostacolo e ridendo in faccia alla morte. Non sono altro che un piccolo strumento che esegue gli ordini superiori!“. Sono queste le parole scioccanti scritte in un misto sgrammaticato di italiano e spagnolo.

Le parole da lui dichiarate appaiono sconcertanti e perverse, frutto di una mente subdola e atroce, non per questo meno furba e infidamente astuta. Norbert è in cella per una serie di delitti, tra i quali cinque omicidi: tre compiuti in Spagna e due nel Bolognese (il barista di Budrio Davide Fabbri e la guardia volontaria Valerio Verri). Non è escluso che il documento a tratti farneticante rientri nella strategia difensiva per ottenere la semi infermità mentale.

Si scusa peri suoi errori grammaticali, ma “la grammatica italiana e quello spanolo (castillano) somigliano talmente tanto che sto mescolando tantissimo, 60% uguale”. Non manca di ricordare che sono tante le lettere di donne ricevute finora, mentre “gli uomini non li considero neanche”. Pochi mesi fa, al Corriere di Bologna, aveva scritto: “Ho una macchia sul mio nome che non credo potrò mai pulire. Sono stato accusato di un crimine che non ho fatto. Non potrei far male a una donna neanche per scherzo. Potrei far fuori altri 50 uomini anche armati però non potrei far male a una donna, è una bugia”.

La conversione

In cella divora libri di religione. Prega ogni giorno e non si libera mai del Vangelo e del rosario arrotolato al polso. Una conversione mistica, quella di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, esplosa a quanto pare dopo l’ultimo arresto. “Ho ucciso perché me lo ha ordinato Dio”. Così avrebbe dichiarato il killer serbo, che si trova detenuto da dicembre nel carcere di Zuera, a Saragozza. Il criminale avrebbe risposto così ai due psicologi forensi, stando a quanto riporta il quotidiano iberico “La Comarca”.

Igor ha parlato in italiano e spagnolo, rispondendo alle domande e mostrando una religiosa collaborazione, citando anche le Sacre Scritture. Per convincere i periti della genuinità della sua fase mistico-spirituale, ha mostrato le foto che risalgono a ottobre, quelle trovate sul suo telefonino dopo la cattura in Spagna. Autoscatti che lo riprendono nelle tappe della fuga dall’Italia, dove già aveva lasciato una lunga scia di sangue seminando morte tra Bologna e Ferrara. Nelle foto incriminate mostra il polso con il rosario legato ben in vista.

In tanti, comprensibilmente, sospettano che Igor stia usando l’alibi della devozione religiosa (oggi vicina all’ossessione). Una scusa astuta che sarebbe stata orchestrata per giustificare la strategia difensiva scelta per tentare la carta della semi-infermità mentale.

Igor il Russo

E’ un “Lord Voldemort”

In un altro passo e nei saluti si definisce “un Lord Voldemort” (l’antagonista di Harry Potter).

“Tranquillamente posso dormire senza avere qualsiasi rimorso. Ringrazio sempre tutte le gerarchie celestiali che mi levano da questo fardello”. E ancora: “Per la maggior parte delle persone io non sono altro che un insensibile, senza emozioni. Insomma un Lord Voldemort e nient’ altro. Naturalmente per questo posso solamente ringraziare alla propaganda mediatiche che l’hanno fatto solamente esagerare“.