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Ikea, aperta indagine: tasse eluse per 1 miliardo

Ikea

A causa di una serie di operazioni societarie in Olanda, la Commissione Europea sarebbe pronta ad aprire una indagine nei confronti di Ikea.

A causa di una serie di operazioni societarie in Olanda, la Commissione Europea sarebbe pronta ad aprire una indagine nei confronti di Ikea. In particolar modo, queste operazioni avrebbero permesso al colosso svedese dell’arredamento di eludere le tasse, risparmiando in questo modo quasi un miliardo di euro in un periodo che va dal 2009 al 2014. A rivelare la notizia è stato il Financial Times, che mostra un nuovo capitolo che esiste tra le multinazionali e l’Unione Europea. Per questo motivo, l’inchiesta aperta dalla Commissione Europea avrà il compito di stabilire se e come Ikea abbia violato o meno le regole europee.

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Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Commissione Europea sarebbe pronta ad aprire una indagine nei confronti di Ikea a causa di una serie di operazioni societarie in Olanda. Operazioni che avrebbero permesso al colosso svedese dell’arredamento di eludere il Fisco, riuscendo in questo modo a risparmia circa un miliardo di euro di tasse in un periodo che va dal 2009 fino al 2014. Si tratta dell’ennesimo capitolo del braccio di ferro che esiste da diversi anni (dal 2013) tra le multinazionali e l’Unione Europea e che ha colpito alcuni colossi come ad esempio Apple, Starbucks e Amazon.

Secondo il rapporto pubblicato dal Financial Times, Ikea avrebbe creato due gruppi distinti attraverso una rete di società in Olanda, Lussemburgo e Liechtenstein. Attraverso questa rete di società, il colosso svedese era in grado di movimentare gli utili e di avvantaggiarsi di imposte minore. Per questo motivo, l’Antitrust della Commissione Europea, guidato da Margareth Vestager, dovrà condurre una indagine che servirà per capire e per accertare se Ikea abbia violato o meno le regole europee. Questa inchiesta dovrà inoltre verificare anche in che misura quegli accordi abbiano consentito ad Ikea di eludere le tasse.

Le inchieste

A partire dal 2013, la Commissione Europea ha esaminato più di mille accordi fiscali tra società multinazionali e e Stati membri. Nelle cinque inchieste che sono state portate a termine fino a questo momento, i funzionari hanno chiesto a quattro stati dell’Unione Europea di recuperare tasse eluse da quasi quaranta società. Tra queste troviamo anche Apple, Starbucks e Amazon. Lo scorso mese, Margareth Vestager ha spiegato che la maggior parte degli accordi valutati non hanno portato a degli aiuti speciale. Ma ha comunque rivelato che pochi di questi accordi “distribuiscono un trattamento fiscale preferenziale a società selezionate. Il nostro lavoro non è ancora finito: apriremo indagini ogni volta che ci saranno indicazioni su possibili aiuti di Stato”.

In poche parole, quello riguardante Ikea è solamente l’ultimo caso a finire direttamente nel mirino della Commissione Europea. Il colosso svedese dell’arredamento ha versato in tutto ottocentoventicinque milioni di tasse nel suo esercizio finanziario fino alla fine di agosto, su un utile prima delle imposte pari a 3,31 miliardi. La consociata Inter Ikea, proprietaria del marchio e del concept, ha pagato una somma pari a duecentoquarantuno milioni su un utile ante imposte di 1,15 miliardi.