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Il 39enne che ha ucciso due donne al casello voleva lasciare l'Italia: era stato fermato all'aeroporto

Incidente

L'uomo di 39 anni che ha ucciso due donne nell'incidente al casello della Ghisolfa stava partendo per andare all'estero. Il 39enne è stato fermato in aeroporto.

Il 39enne che ha causato l’incidente al casello della Ghisolfa, uccidendo Laura Amato e Claudia Turconi, stava lasciando l’Italia. L’uomo è stato fermato al momento dell’imbarco, in aeroporto, da due operatori preoccupati per le sue condizioni e poi portato in ospedale, ma è uscito grazie al cugino.

Il 39enne che ha ucciso due donne al casello voleva lasciare l’Italia: era stato fermato all’aeroporto

Il 39enne che ha tamponato e ucciso Laura Amato e Claudia Turconi, mentre erano ferme al casello, era in cura in un centro psicosociale da anni. Questo è quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm di Milano, Paolo Filippini, e condotte dalla polizia stradale di Novara. Prima dell’incidente, l’uomo si stava imbarcando per un volo diretto in Marocco dall’aeroporto di Malpensa, ma è stato fermato dagli operatori che si sono preoccupati per le sue condizioni. Da un anno aveva interrotto le terapie. Era seguito per problemi psichiatrici sin dalla fine degli anni ’90. Il pomeriggio del 16 febbraio, come raccontato dalla moglie che vive con lui a Pontenure, in provincia di Piacenza, l’uomo ha avuto una “forte crisi di nervi” e così la donna gli ha suggerito di andare in ospedale per farsi dare dei farmaci. Il 39enne è andato all’ospedale di Piacenza, anche se la Ausl ha smentito un suo ricovero recente. Il giorno dopo è ricomparso all’aeroporto di Malpensa e voleva recarsi in Marocco. Alcuni operatori, al momento dell’imbarco, si sono accorti di alcuni atteggiamenti strani e viste le sue condizioni hanno chiamato un’ambulanza, che lo ha portato all’ospedale di Gallarate, dove gli hanno dato il braccialetto trovato dopo l’incidente.

Dopo il ricovero ha avuto l’incidente

Dall’ospedale è uscito dopo aver chiamato il cugino, che lo ha accompagnato a riprendere l’auto che aveva lasciato all’aeroporto di Malpensa. Il cugino gli ha consigliato di raggiungerlo a casa sua a Milano e trascorrere la notte da lui. Secondo quanto ricostruito, il 39enne aveva detto di essere stanco e si sarebbe fermato a dormire in una piazzola di sosta, per poi riprendere il viaggio fino allo schianto al casello della Ghisolfa. Quello che resta da capire è se le benzodiazepine trovate nel suo sangue siano state assunte durante il ricovero. Al momento si trova in Psichiatria all’ospedale San Carlo di Milano ed è indagato per omicidio stradale plurimo.