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Il bodyshaming su Laura Pausini è la zavorra che appesantisce il mondo

Laura Pausini

Ogni volta che usate la bilancia per pesare quello che una persona è il solo peso che aumenta è quello di un mondo che per spiccare davvero il volo ha ancora troppa zavorra. E quella zavorra sono i vostri pensieri.

Chiariamolo subito: a noi che Laura Pausini sia una grande cantante e che abbia doti artistiche ed umane immense non frega nulla di niente. Non ci frega perché ci piacerebbe pensare ad un mondo in cui quelle doti non debbano essere il piatto della bilancia che riequilibra i “però” beceri sul peso o sulla mappa anatomica delle persone. E a noi non frega nulla neanche che Laura Pausini sia una donna, perché di notte noi sogniamo un mondo in cui essere donna non debba rappresentare né un’aggravante né una scriminante sempre su quella famosa bilancia al cui centro ciondolano i falsi prog catodici. Non serve essere “qualcos’altro” per avere diritto ad essere semplicemente chi si è, pare difficile me se vi concentrate ci arriverete, cari.

Ma chi sono costoro? Sono quelli che mettono da un lato i tuoi difetti, dall’altro le tue skill e poi fanno la somma per dire che sì, tutto sommato sei un essere umano decente che può stare in recinto di normalità e ortodossia, basta che curi quel piccolissimo particolare su cui ti hanno scorticato la dignità. A noi interessa moltissimo che tutti quelli che ancora cadono nella lusinga cretina del bodyshaming abbiano destino duplice: o si redimano o scompaiano dai posti dove le loro cadute di stile diventano mattoncino per una cultura troglodita che no, proprio non ci scende nella strozza.

Un esempio? Quel che è successo in una orripilante puntata di Uno Mattina in famiglia, dove la cantante fresca di conduzione dell’Eurovision Song Contest è stata fatta oggetto di tante e tali perle di saggezza: “La Signora Pausini, grande cantante, grande showgirl, multilingue, era vestita non tenendo conto della bilancia, quindi i suoi look erano esagerati rispetto alla sua fisicità”. A parlare andando in deroga dall’etimo della parola che lo qualifica lo stilista Stefano Dominella.

L’eco gliel’ha fatta la giornalista Concita Borrelli: “Non è una questione sessista, però quando ci vestiamo, guardiamoci allo specchio. Bisogna stare attenti ai colori, è un grande spettacolo, un grande palco. Ha trasformato Valentino in una sartoria romagnola”. Che poi accade sempre così nelle umane faccende: c’è sempre qualcuno che vuole riportare i toni delle faccende sfuggite di mano sul “giusto binario”, quello in cui “il contesto è altro” e per il quale chi prende d’aceto dovrebbe fare la figura del coglione che non ha colto il senso.

No signori, il senso lo abbiamo colto benissimo, ed è il senso per cui ogni volta che usate la bilancia per pesare quello che una persona è in barba alle vostre regole il solo peso che aumenta è quello di un mondo che per spiccare davvero il volo ha ancora troppa zavorra. E quella zavorra sono i vostri pensieri.