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Il Cavaliere d’Eon, spia transgender di Luigi XV

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Il cavaliere d’Eon, membro dei servizi segreti di Luigi XV. Considerato il primo transgender del storia, iniziò a travestirsi per conto del re.

Sapevate che Luigi XV, nonno e predecessore dell’omonimo re che venne ghigliottinato durante la Rivoluzione Francese, avesse alle proprie dipendenze delle spie, veri e propri agenti segreti che mandava in missione presso le Corti straniere e che talvolta si trovavano in grave contrasto con gli ambasciatori ufficiali? Il più noto era il Cavaliere d’Eon, il primo transgender che si ricordi. Tuttavia, secondo un suo biografo vissuto nel XIX secolo, egli non era affatto attratto dal sesso opposto e si travestiva soltanto per sedurre donne sposate. Apparteneva al cosiddetto “Secret du Roi”, il servizio segreto del Re. In onore di d’Eon, nel XX secolo, venne coniato addirittura un nuovo termine, “eonismo”, proprio per definire il travestitismo. Oggi questo personaggio settecentesco è un’icona della comunità transessuale. La sua storia, purtroppo lacunosa, è decisamente affascinante.

Chi era il Cavaliere d’Eon

D’Eon, nato nel 1728 in Borgogna, fu battezzato con i nomi di Charles-Genevieve-Louis-Auguste-André-Timothèe d’Eon de Beaumont. Prima di diventare agente segreto di Luigi XV, aveva lavorato per qualche anno nell’amministrazione pubblica, poi il sovrano lo inviò in missione alla Corte dell’Imperatrice Elisabetta di Russia, della quale divenne dama d’onore con lo pseudonimo di Lia de Beaumont.

Tornato in Francia nel 1760 indossando abiti maschili, l’aristocratico entrò a far parte del Corpo militare dei Dragoni, ottenendo il titolo di conte. Successivamente venne inviato presso la corte britannica di Giorgio III, per negoziare la pace e la conclusione della Guerra dei Sette Anni (1756 – 1763), che aveva coinvolto le grandi potenze europee.

Dati i contrasti di d’Eon con l’ambasciatore francese, a cui inviava lettere dure e provocatorie, gli fu ordinato di rimpatriare. Per evitare di finire alla Bastiglia, come certamente sarebbe accaduto, egli chiese e ottenne asilo politico in Inghilterra, vivendo come privato cittadino. L’uomo era consapevole di essere in pericolo di vita, essendo depositario di segreti compromettenti. Perciò, per salvarsi, decise di scrivere un libro, pubblicato nel 1764, allo scopo di far conoscere all’opinione pubblica una serie di scandali sui servizi segreti francesi, promettendo che a quel pamphlet ne sarebbero seguiti altri.

D’Eon divenne così famoso e potente in tutta Europa: Luigi XV accettò di assegnargli una pensione in cambio di rivelazioni sulla politica britannica e della consegna dei documenti “scottanti” in suo possesso sulle spie del Re. D’Eon poté quindi tornare alle dipendenze del sovrano, ma fu costretto a rimanere in Gran Bretagna per altri dieci anni.

Cavaliere d'Eon

La morte del re

Nel 1774, Luigi XV morì, e i servizi segreti che egli aveva istituito vennero sciolti. La Gran Bretagna, ritenendo ormai inopportuna la presenza di d’Eon nel Paese, fece firmare all’uomo una sorta di permesso per tornare in Francia, in cambio della consegna dei “documenti compromettenti” ancora nelle mani dell’ex agente. Il governo britannico saldò i debiti da lui contratti a Londra e gli consentì di rimpatriare con lo status di donna. Questo perché da tempo circolavano voci sull’autentico sesso del Cavaliere e lo stesso era oggetto di scommesse.

Lo stesso personaggio alimentava le voci, divulgando la leggenda di essere un’eroina combattente per il suo Paese in vesti maschili, costretta dal padre pena la perdita dell’eredità (vicenda molto simile a quella dell’indimenticabile anime “Lady Oscar”).

D’Eon non era molto per la quale all’idea di continuare a vestirsi da donna (avrebbe preferito mantenere la divisa da Dragone): per convincerlo a tornare in servizio, venne addirittura emanato un decreto reale.

L’uomo venne da allora soprannominato “Cavaliera”. In particolare le nobildonne francesi non gradivano che si vestisse come loro, anche perché, come scrisse una signora, la conversazione del conte era “quella di un granatiere”.

Il declino

Scoppiata la Guerra d’Indipendenza americana, sostenuta dalla Francia di Luigi XVI e Maria Antonietta, d’Eon insistette per tornare a indossare l’uniforme di Dragone e andare a combattere, ma il risultato fu la detenzione nella Bastiglia.

Persa ogni speranza, nel 1785 tornò in Gran Bretagna. Durante la Rivoluzione, dato che era un aristocratico, il nostro si vide confiscare tutti i suoi beni e annullare la pensione concessagli da Luigi XV. L’ex militare viveva ormai in condizioni d’indigenza, rischiando spesso la prigione a causa dei debiti. Per guadagnare, partecipava ai tornei di scherma (nel 1786 venne ferito gravemente in duello). In quel periodo si adattò a condividere l’appartamento con un’anziana vedova.

D’Eon si spense nel 1810, all’età di 81 anni. L’autopsia rivelò che egli aveva “organi maschili sotto ogni aspetto perfettamente formati”, ma anche “il seno notevolmente pieno”. L’ex agente segreto aveva scritto un’autobiografia, sconfinando però spesso nella fantasia, perciò il testo non consente di chiarire davvero le inclinazioni dell’autore.

Secondo una delle prime femministe, la scrittrice britannica Mary Wollstonecraft (1759 – 1797), la storia di d’Eon metteva in luce le grandi capacità delle donne, se esse avessero avuto la possibilità di dimostrarle (peccato, però, la “Cavaliera” fosse un uomo!). Un biografo ottocentesco dell’ex “007” di Luigi XV sosteneva che questi si travestisse solo per sedurre donne sposate. Infine lo scrittore britannico Gary Kates, autore di “Monsier d’Eon is a Woman”, sostenne che la decisione del nobiluomo di cambiare sesso dipendesse dalla consapevolezza della superiorità femminile e dalla sua conversione al cristianesimo. In ogni caso, da qualunque punto di vista si guardi la figura d’Eon, è indubbiamente interessante.

Cavaliere d'Eon scherma