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"Il Covid passa, ma il cuore non dimentica": parte Campagna SICCH

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Roma, 17 giu. (askanews) - Malgrado l'alto numero di decessi causati dalla pandemia le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in Italia. Nell'ultimo anno e mezzo l'impatto del Covid ha portato ad una riduzione delle attività chirurgiche tra il 50 e l'85%, ...

Roma, 17 giu. (askanews) – Malgrado l’alto numero di decessi causati dalla pandemia le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in Italia. Nell’ultimo anno e mezzo l’impatto del Covid ha portato ad una riduzione delle attività chirurgiche tra il 50 e l’85%, mentre la cardiochirurgia, nel nostro Paese, ha dovuto segnare il passo regsitrando un decremento del 55%: si sono ridotti gli interventi valvolari, i bypass coronarici e la chirurgia dell’aorta.

Come spiega Alessandro Parolari, cardiochirurgo e Presidente della Fondazione Cuore Domani. “I numeri in questo momento sono sostanzialmente di un aumento del 20%, 30% di mortalità delle malattie cardiovascolari durante la pandemia. Se considera che più o meno nel mondo ci sono 18 milioni di morti all’anno per questo tipo di problema, di cui più della metà, più di 9 milioni, sono dovute a cardiopatia ischemica, c’è un aumento considerevole, almeno di qualche milione.

“Qual è stata la causa dell’aumento della mortalità durante la pandemia da covid-19: prima di tutto c’è stato un minore accesso alle cure dei pazienti. Perché per esempio noi cardiochirurghi abbiamo dovuto giustamente cedere i nostri letti di rianimazione e anche i nostri letti di reparto in alcuni periodi per curare questa ondata di pazienti affetti da covid che veniva ad essere ricoverata.

“Dopodiché in questo stesso periodo i pazienti in tutto il mondo e specie in Italia hanno avuto una ritrosia a farsi curare. Il dolore toracico che sorgeva in un paziente spesso non lo portava ad andare subito in ospedale ma il paziente cercava di temporeggiare e di aspettare perché aveva paura in ospedale di entrare in contatto con il covid e quindi in questo modo di contrarre il covid stesso”.

E’ necessario, invece, rivolgersi al proprio medico senza esitazioni, perché chi è affetto da patologie cardiovascolari rischia di più: il covid può aggravare pre-esistenti condizioni cardiache, e l’infezione è sicuramente in grado di aumentare la mortalità oppure di avere un decorso più aggressivo. Da tutto questo nasce la Campagna che anche quest’anno la Fondazione Cuore Domani, Onlus della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca, lancia con l’intento di finanziare diversi progetti di ricerca. Si può donare, dal 14 al 20 giugno, da 2 a 10 euro con un sms da cellulare o una chiamata da rete fissa al numero 45537.

“La campagna di Fondazione Cuore domani – che è la Fondazione della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca – l’unica società che rappresenta tutti cardiochirurghi in Italia – si chiama “Il covid passa ma il cuore non dimentica”. Attraverso il 45537 che è un numero solidale si può chiamare da telefono fisso o da telefono mobile e donare in questo modo alcuni euro alla nostra campagna che per noi sono importantissimi questa campagna è inoltre sostenuta anche dal segretariato sociale della RAI ed è volta a studiare tutti gli aspetti delle malattie cardiovascolari che portino poi a interventi cardiochirurgici e quest’anno con particolare attenzione all’interazione tra covid e malattie cardiochirurgiche.

“Il messaggio che vogliamo dare proprio da fondazione Cuore Domani con la nostra campagna è anche ‘fiducia’: fiducia negli ospedali, perché ogni giorno che passa è sempre meno probabile – ormai non posso dire impossibile ma molto, molto improbabile – contrarre il Covid quando arrivi in ospedale. Innanzitutto perché tutti noi operatori sanitari o una grandissima maggioranza siamo stati vaccinati e quindi è meno probabile che noi possiamo trasmettere il covid, secondo motivo è perché naturalmente i protocolli per gestire questi pazienti in sicurezza migliorano di giorno in giorno, di mese in mese, man mano acquisiamo nuove conoscenze, adattiamo i nostri protocolli per garantire una sicurezza. Quindi le persone che hanno adesso bisogno di un intervento chirurgico, che hanno bisogno di diagnostiche cardiovascolari vengano con fiducia in ospedale”.

E in tempi di pandemia la ricerca ha anche fatto interessanti scoperte:

“In questi giorni al Policlinico Sant’Orsola di Bologna alla cattedra di cardiochirurgia universitaria, il mio collega il professor Davide Pacini ha descritto per la prima volta al mondo un trapianto di cuore da un donatore che era positivo al covid a un ricevente che era negativo al covid e il trapianto si è svolto con successo e il paziente adesso sta recuperando. Perché è stato fatto questo, perché talvolta ci sono dei pazienti che sono in condizioni così terminali , così “messi male” che non possono aspettare oltre. Vengono messi, diciamo, in emergenza nazionale alla ricerca di un cuore perché altrimenti nel giro di pochi giorni potrebbero non farcela in quel momento si era reso disponibile un donatore da un cuore covid positivo e per fortuna è stato visto che i pazienti donatori covid positivi possono donare ai pazienti covid negativi “.

La Fondazione promuove una raccolta fondi, oltre che per completare l’assegnazione di 10 borse di studio del valore 15.000 euro ciascuna – obiettivo in parte già raggiunto – per altre 3 borse di studio del valore di 20.000 euro per temi specifici riguardanti: lo studio dell’impatto della pandemia sui pazienti affetti da problemi che necessitino di terapia cardiochirurgiche standard oppure di transcatetere.

“Aiutateci sostenere le ricerche di fondazione Cuore domani donando al 45537 o in alternativa potete raggiungeci tramite il nostro sito www cuore domani.org dove trovate delle altre modalità di finanziamento della campagna”.