> > Il gene che aumenta il rischio di mortalità Covid nato “da un rapporto ses...

Il gene che aumenta il rischio di mortalità Covid nato “da un rapporto sessuale preistorico”

Un uomo di Neanderthal

Il gene che aumenta il rischio di mortalità Covid e quanto emerso sul tema nel corso del Cheltenham Scienze Festival in maniera molto chiara

Il gene che aumenta il rischio di mortalità Covid sarebbe nato “da un rapporto sessuale” fra due nostri progenitori ibridabili, per lungo tempo coevi ma appartenenti a due specie diverse del genere Homo. Tutto sarebbe scaturito da un unico “legame romantico” fra un Neanderthal ed un Sapiens e quella futura vulnerabilità è scattata a rendere molti di noi suscettibili all’attacco del Covid severo. Secondo il Messaggero il dottor James Davies, professore associato di genomica presso il dipartimento di Medicina Radcliff dell’università di Oxford, lo ha spiegato nel corso del Cheltenham Scienze Festival in maniera molto chiara. 

Il gene del rischio di mortalità Covid

E ha detto l’accademico del Regno Unito: “La combinazione di ‘lettere’ presente nel Dna di alcune persone che contraggono forme gravi di Covid è esattamente la stessa in tutti i soggetti”. E ancora: “La variazione genetica incriminata, che già da studi precedenti è stato ipotizzato provenisse dai Neanderthal, è così precisa da poter essere riconducibile a un solo individuo”. Ecco perché poi il professor Davies ha dichiarato: “Pensiamo che ci sia un unico ‘legame romantico’ alla base. Il motivo per cui lo sappiamo è che abbiamo individuato questo blocco con 28 modifiche di una sola lettera. È possibile tracciarlo fino in fondo e deve essere nato da un unico evento”. 

La traccia dell’evento e la vulnerabilità

Tradotto? Nella sequenza di geni del nostro codice genetico è rimasta traccia di quell’evento, un evento che poi ha dato origine alla variazione che rende alcuni individui più suscettibili al Covid. Ha chiosato il docente: “La variazione genetica in questione è legata a un gene chiamato LZTFL1 e si crede che agisca sulle cellule polmonari. Queste ultime sviluppano una proteina sulla loro superficie a cui il coronavirus è in grado di attaccarsi e diffondersi attraverso i polmoni, causando danni più gravi e che possono essere mortali. La variazione genetica è più comune nelle persone di origine dell’Asia meridionale e potrebbe in parte spiegare l’alto numero di vittime in India durante la pandemia”. Perciò “chi possiede questo gene svilupperebbe un rischio doppio di morte rispetto a chi non ce l’ha”.