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Il mercoledì nero delle criptovalute

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Dopo 5 mesi di altissima volatilità su tutto il comparto del denaro digitale le ultime tre sedute sono state devastanti per tutte le cripto di riferimento.

C’è grande confusione sul mercato delle criptovalute.

Dopo 5 mesi di altissima volatilità su tutto il comparto del denaro digitale le ultime tre sedute sono state devastanti per tutte le cripto di riferimento, a cominciare dalla stablecoin TerraUsd e il leader per capitalizzazione, il bitcoin. La seduta di oggi è stato un vero e proprio “mercoledì nero”: i bitcoin sono caduti sotto i 30mila dollari toccando il livello più basso dal giugno 2021, mentre la stablecoin TerraUsd ha continuato la caduta in picchiata già a partire da lunedì (oggi è quotata meno di 30 centesimi, il 70% in meno della scorsa settimana).

terrausd backers seek 15 billion to prop up stablecoin bloomberg

Per quanto riguarda il valore di mercato del bitcoin, la più grande criptovaluta esistente, è caduto del 6 % oggi a un valore di 29.085 dollari, il livello più basso degli ultimi 11 mesi. Gli analisti avevano fissato a quota 30.000 dollari la soglia tecnica di supporto dei bitcoin, che si sposta così ora intorno ai 21-22mila dollari. Molto dipenderà dalla fiducia del mercato sulla tenuta di un comparto fortemente esposto al rischio dai rialzi dei tassi di interesse.

bitcoin btc breaks below 30000 after hotter than expected cpi data bloomberg

Il passo lungo dell’inflazione, la prospettiva di nuove strette monetarie della Fed e Bce e l’incertezza geopolitica sulla crisi in Ucraina, hanno infatti spostato i capitali investiti verso mete a basso rischio: un problema questo che si è visto a Wall Street con il crollo dei titoli tecnologici.

Bitcoin e le criptovalute sono diventate una scommessa risk-on\ risk-off quest’anno e i dati sull’inflazione indicano che il miglior posizionamento attuale è la prudenza” – spiega Matt Maley chief market strategy della Miller Tabak. – “Per quanto riguarda TerraUsd la situazione è diversa, ma il crollo della stablecoin fa comunque da catalizzatore della diffidenza degli investitori su tutto il comparto delle criptovalute”.

Il crollo di TerraUsd ha creato molto scalpore perche è la prima volta che la stablecoin, la più importante criptovaluta ancorata al dollaro (e garantita dai bitcoin e da Luna), è scesa sotto il livello di parità (1 dollaro = 1 TerraUsd). Nel corso della seduta di mercoledì, TerraUsd è caduta nuovamente sotto il livello di parità, quotandosi a Londra sotto il livello di 50 centesimi di dollaro, bruciando così miliardi di dollari di valore. Luna, che è una criptovaluta parte del meccanismo di parità col dollaro di TerraUsd, è caduta del 83% nelle ultime 24 ore, scivolando a una capitalizzazione di circa 7, 7 miliardi di dollari, rispetto ai 18, 4 miliardi di valore prima che incominciasse il crollo.

Dal fondatore Do Kwon nessuna notizia sulle ragioni della caduta verticale o sul “recovery plan” della stablecoin. Il comitato dei garanti di TerraUsd e Luna starebbero, secondo alcune fonti, cercando di raccogliere almeno 1,5 miliardi di dollari per rafforzare la patrimonializzazione della stablecoin stessa, cercando di riagganciare la parità con il dollaro. L’operazione, sempre secondo le indiscrezioni, prevede di offrire agli investitori l’acquisto della moneta Luna con uno sconto del 50% sul prezzo spot: i proventi, sommati all’incasso generato dalla liquidazione dei Bitcoin posti a garanzia di TerraUsd, dovrebbero permettere il salvataggio. Ma i venti per ora sono contrari. Il crollo di Luna impedisce di fatto l’attrattività dell’acquisto della criptovaluta anche a metà prezzo, mentre la liquidazione dei bitcoin accelera anche la caduta della criptovaluta-garante.

L’incertezza sul mercato delle criptovalute è arrivata anche a Washington, dove il Segretario del Tesoro, Janet Yellen, in una testimonianza al Congresso ha messo in guardia il legislatore sull’urgenza di un quadro normativo più adeguato e organico per le stablecoin e più in generale per le criptovalute. “Il crollo della TerraUsd – ha detto la Yellen – è un monito e una conferma: il mercato ha bisogno di nuove regole di vigilanza per garantire più sicurezza agli investitori”.

Sia la Fed sia tutte le grandi banche del mondo stanno cercando di mettere sotto controllo e ordine normativo il complesso, opaco e intricato mondo delle valute digitali in ogni loro forma. Non solo per le dimensioni assunte dal mercato, ma anche in vista dell’introduzione a livello mondiale della nuova generazione di criptovalute emesse direttamente dagli Istituti di Emissione, secondo uno studio della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, circa l’80% delle banche centrali del mondo, sono impegnate su progetti di criptovalute digitali nazionali, in pratica, la versione digitale della propria moneta nazionale. La banca della Repubblica popolare cinese l’ha già fatto mentre nel mondo occidentale, la prima a tagliare il traguardo potrebbe essere la BCE, che già da anni sta implementando il nuovo euro digitale.