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Il Museo delle Civiltà tra colonialismo a contemporaneo

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Roma, 8 giu. (askanews) - Il Museo delle Civiltà diventa Museo delle Opacità, con un nuovo allestimento in cui alcune opere dell'ex Museo coloniale di Roma dialogano con opere contemporanee, come spiega il direttore Andrea Villani. "Museo delle opacità come museo contro l'amnesia, per tornare ...

Roma, 8 giu. (askanews) – Il Museo delle Civiltà diventa Museo delle Opacità, con un nuovo allestimento in cui alcune opere dell’ex Museo coloniale di Roma dialogano con opere contemporanee, come spiega il direttore Andrea Villani.

“Museo delle opacità come museo contro l’amnesia, per tornare a collegare il nostro presente e il nostro passato e elaborare insieme prospettive per il nostro futuro, ma anche come museo dove raccontare storie che sono avvincenti, che sono estremamente vitali proprio perché non sono trasparenti ma perché sono gioiosamente, poeticamente, realisticamente umane”.

Il Museo delle Civiltà ha avviato una rilettura critica e una nuova interpretazione delle opere di propaganda del Museo coloniale, come spiega la curatrice della collezione Rosa Anna Di Lella: “Sono fortemente impregnate di colonialità, di violenza, ci raccontano un passato coloniale che spesso non è stato al centro del dibattito pubblico.

Il Museo delle Opacità affronta alcuni nuclei centrali delle collezioni e lo fa attraverso lo sguardo di artisti e attivisti che si stanno occupando di queste tematiche”.

Fra questi Theo Eshetu con “Il ritorno della stele di Axum” e Adelita Husni Bey con “La montagna verde”. Mentre il collettivo artistico animato da Wissal Houbabi, Toi Giordani e Ismael Astri Lo ha immaginato una casa-museo della diaspora e Sammy Baloji ha portato la sua installazione, “Gnosis”. Mentre uno spazio è dedicato le opere dell’artista Bertina Lopes.