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Il piano per il ritorno a scuola: tamponi a tappeto, ingressi scaglionati e scrutini anticipati

Scuola

Il Governo sta studiando un piano per consentire il rientro in classe di tutti gli studenti in zona gialla e in zona arancione.

A partire dal 26 aprile le scuole di ogni ordine e grado torneranno in presenza, in zona gialla e arancione. Lo annuncerà Mario Draghi, presidente del Consiglio, con un decreto che arriverà nei prossimi giorni, che porterà la presenza al 100% nelle scuole superiori.

Il piano per il ritorno a scuola

Dal 26 aprile potrebbero tornare tra i banchi un milione di studenti in più rispetto ad ora. A preoccupare di più è il rispetto delle regole in classe e il nodo dei trasporti, soprattutto nelle grandi città. Antonello Giannelli ha spiegato che “al 100% in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento. In questo caso la scuola si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni“. La didattica a distanza potrebbe non essere abbandonata completamente, ma solo ridotta. Agostino Miozzo ha proposto un’altra soluzione, secondo cui si dovrebbe pensare alla scuola all’aperto nei luoghi in cui è possibile. Gli ingressi scaglionati e la frequenza di sabato potrebbero non bastare. Al ministero si terrà un incontro con i sindacati, che potrebbero chiedere l’uso delle mascherine Ffp2, le finestre aperte e tamponi a tappeto su studenti e personale scolastico. Atteso il parere del Comitato tecnico scientifico sulla riapertura delle scuole. Inoltre, il ministro Patrizio Bianchi incontretà Regioni e Comuni.

Entro mercoledì 21 aprile dovrebbe arrivare il decreto governativo sulle riaperture. Il rientro in classe per gli studenti in zona gialla e zona arancione viene studiato non solo sulla base di quello che accade in classe ma anche di quello che accade all’esterno, come i trasporti. Si punta sugli ingressi differenziati per fasce orarie, con entrata a scuola con orari scaglionati tra le 8 e le 11. Un’altra ipotesi è quella dei test a tappeto, anche se devono ancora stabilire con quale formula. Un’altra possibilità, secondo la Repubblica, è quella di anticipare gli scrutini al primo giugno, riducendo i giorni di lezione di almeno una settimana. Il piano dell’esecutivo verrà presentato alle Regione entro metà settimana.