Il post di Alessandro Orsini su “Napoli città moralmente inferiore” è vecchio, ma ormai risponde alla logica per cui nei confronti del direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale pare valga la ricerca a “ritroso”di tesi discutibili. Tesi che nelle intenzioni confermino la discutibilità di quelle di cui oggi è portatore in ordine alla gestione dell’Unione europea e degli Stati Uniti della guerra in Ucraina. E, al di là della assoluta opinabilità e scarsa condivisibilità delle sue affermazioni, si tratta di una ricerca discutibile almeno quanto le tesi stesse di Orsini. Tuttavia l’Italia è così, pruriginosa, e scava e gratta per trovare prove provate dove di solito non si va oltre gli indizi per confermare trionfalmente tesi ex post.
Napoli “città moralmente inferiore”
Ad ogni modo il professore-opinionista associato al dipartimento di Scienze politiche della Luiss aveva già prima della guerra di Mosca a Kiev una vasto seguito social a cui propinava osservazioni dirompenti e spesso molto poco politicamente corrette. Uno di quelli aveva riguardato la sua città natale, Napoli, da lui definita “una città moralmente inferiore e intellettualmente superiore”. La tesi che Orsini sosteneva era quella per cui essendo Napoli città dove la delinquenza dilaga la sua fibra etica è bassa, ma l’ingegno per battere le sue stesse tare aveva reso Napoli città di grandissima sostanza intellettiva.
La spiegazione su “delinquenza ed ingegno”
Orsini insomma aveva fatto quello che gli riesce meglio: fare Orsini e lavorare su paradossi e pensiero complesso al limite, una cosa che quasi mai trova gradimento nel mainstream e che in contraddittorio genera attriti. Il docente in queste ore ha invitato gli utenti social a “frugare bene e non tagliare o selezionare strumentalmente soltanto ciò che è comodo”. E sul post dedicato a Napoli aveva spiegato: “I napoletani stanno inguaiati, nel senso che sono pieni di delinquenza, e questo aguzza il loro ingegno. Sempre perché stanno inguaiati, tendono a essere molto poco ideologici e anche questo aguzza l’intelligenza giacché le ideologie sono gabbie per l’intelligenza”. Forse un approccio più “light” avrebbe reso quel concetto maggiormente abbordabile.