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Il presunto bluff di Speranza sulle mascherine inutili ma "basta una legge"

L'ex ministro della Salute Roberto Speranza

Cosa emerge dalle carte della magistratura di Bergamo: presunto bluff di Speranza sulle mascherine inutili ma "basta una legge"

Dagli atti della Procura e secondo quanto riferito da Il Giornale spunta anche il presunto bluff di Roberto Speranza sulle mascherine inutili ma per le quali “basta una legge”. Il quotidiano titola così a proposito delle ultime rivelazioni sul fascicolo aperto contro Giuseppe Conte, il ministro della Salute ed i vertici del Cts. Il sunto sarebbe che “Governo, Iss e Cts sapevano che sarebbe scoppiata l’emergenza sui dispositivi di protezione individuale, ma non hanno impedito che il Paese ne regalasse almeno due tonnellate alla Cina”.

Il bluff di Speranza sulle mascherine

E stando a quanto ricostruito dalla magistratura di Bergamo il governo “si sarebbe concentrato sul numero di mascherine e dispositivi da acquistare e utilizzare, anche in ospedale, sottovalutando pericolosamente il rischio che non fossero efficaci”. A fare fede un messaggio con il quale Speranza “si offre a Silvio Brusaferro” di fare una norma che possa convertire mascherine “inadatte alla componente sanitaria”. Il pezzo cita le famigerate “mascherine di comunità” acquistate dal commissario all’Emergenza Domenico Arcuri, senza marchio Ce ma sdoganate in sfregio alle leggi “grazie a un’interpretazione del Salva Italia e finite nei supermercati e nelle farmacie”.

“Potrei anche fare una norma in materia”

Avrebbe scritto Speranza: “Sono terrorizzato da questa cosa delle mascherine”. Angelo Borrelli avrebbe poo detto in conferenza stampa di non indossarle “perché non serve”. E il giorno dopo Speranza scrive: “Non è materiale per personale sanitario. E neanche Dpi. Sarebbe per cittadini comuni quando escono a fare spesa o altro (…) Volendo potrei anche fare una norma sulla materia“.