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Il primo drone sottomarino 3D low cost made in Italy

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ArcheoRov (Remotely Operated Vehicle) è il nome del primo drone  sottomarino stampato in 3D. Il drone  ispirato ai delfini  è in 'servizio' in veste di archeologo subacqueo. Realizzato da WitLab, laboratorio innovativo che ha sede a Rovereto, Trentino, nell'ambito di Progetto Manifattura, l'i...

ArcheoRov (Remotely Operated Vehicle) è il nome del primo drone sottomarino stampato in 3D. Il drone ispirato ai delfini è in ‘servizio’ in veste di archeologo subacqueo.

Realizzato da WitLab, laboratorio innovativo che ha sede a Rovereto, Trentino, nell’ambito di Progetto Manifattura, l’incubatore green di Trentino Sviluppo. ArcheoRov è un drone per fotografia, per ricerca scientifica e per intrattenimento. Preziosissimo alla sua realizzazione è stato il contributo di 3 studenti del liceo di scienze applicate di Rovereto, di un gruppo di archeologi trentini, di Arc-Team, e dell’università austriaca di Innsbruck.

Così AercheoRov è stato sperimentato in Sardegna per essere testato in acque profonde, e nel lago di Mandrone in Trentino per studiare i resti di una barca in legno che era affondata dopo la prima Guerra Mondiale.

Ma a cosa serve questo drone acquatico? E’ stato realizzato per consentire tutte le tipologie di esplorazioni archeologiche subacquee in sicurezza.

ArcheoRov è infatti in grado di operare in situazioni e a profondità che per l’uomo potrebbero essere davvero pericolose. Se in questo contesto è stato utilizzato con la versione da archeologo, è bene sapere che il nuovo drone può persino trainare una persona. Questa dote potrebbe fare di questo nuovo prezioso strumento un utile strumento nelle operazioni di soccorso.

”Ci sono altri droni sottomarini, ma hanno più motori e non sono stampati in 3D”. Racconta Andrea Saiani, uno dei tre soci di Witlab, il laboratorio con stampanti 3D, officina elettronica e robotica,nonchè falegnameria laser, centro di design e di programmazione digitale di Rovereto. ”Il nostro robottino ha 3 motori e ‘nuota’ imitando i delfini, nel senso che quando risale lo fa con un colpo di ‘coda’”.

Oltre 100 ore di stampa 3D solo per realizzare la scocca del prototipo, che misura circa 70 centimetri di lunghezza e pesa 6 chilogrammi. Il drone che può arrivare fino a 100 metri di profondità, che è collegato a una boa tramite una connessione wifi e che permette di essere controllato restando comodamente a terra con un computer o con un tablet. Il drone ha un’autonomia di 5 ore per il momento.

Quando ArcheoRov itinera e ispeziona i fondali osserva l’ambiente marino con la sua telecamera, trasmette le immagini e le ricostruisce anche in 3D. Il materiale acquisito da ArcheoRov si può vedere sullo schermo di un computer oppure attraverso uno specifico visore per la realtà virtuale, così da avere l’impressione di immergersi nei fondali. Drone che scatta foto ai fondali, che permette lo studio delle specie che vivono sui fondali, che porta all’esplorazione della barriera corallina per chi non ha ancora il brevetto di sub, fino al monitoraggio dell’inquinamento delle coste. Insomma il drone è un mezzo dedicato sia per gli specialisti che per gli appassionati, mezzo sofisticato, customizzabile e open source.

Ci sono varie versioni in fase di studio e di test, versione più piccole che arrivano fino a 30 metri di profondità. Versioni che si pensa possano essere messe sul mercato al costo di circa 2.500 euro a drone. Nel caso in cui i droni vengano commercializzati, specifica Saiani: “i droni saranno prodotti con sistemi tradizionali e non con la stampa 3D, utilizzata solo per i prototipi”.

“Abbiamo avuto le richieste più disparate” spiega Andrea Saiani, uno dei due ideatori, in una nota diffusa dall’incubatore. “Da degli hotel sul mare, che vogliono usarlo per i clienti per esplorare scogliere e relitti, a biologi, archeologi che vogliono fare ricerche sui fondali senza spendere ore sottacqua (specie in ambienti estremi), riducendo i costi e i rischi di missione, alle associazioni per la protezione dell’ambiente. Tanti anche i fotografi e videomaker specializzati sul mondo acquatico, che scattano foto in movimento o fanno video di specie come delfini, lontre, polpi, mante. D’altronde il mercato è saturo di droni volanti: ben pochi sono quelli sottomarini e spesso costano decine di migliaia di euro. E soprattutto non necessitano di patentini e nemmeno sono difficili da usare, si legge nella nota”.

Aggiunge Emanuele Rocco, altro socio di Witlab, socio di Andrea Saiani: “Il drone -spiega Emanuele Rocco, socio di Andrea- svolge un lavoro importante per la pulizia di fondali. Depositi di rifiuti, smaltimento illegale, sversamenti, possono essere facilmente individuati grazie ad ArcheoRov. Uno strumento utilissimo per chi fa conservazione e si batte per un ambiente più pulito e la tutela delle specie marine. Per questo offriremo anche uno sconto alle associazioni ambientali se sono interessate ad utilizzarlo per questi scopi”.
Paradossalmente questo drone nasce tra le montagne del Trentino. Ed esattamente nasce come risposta ad una richiesta del gruppo di archeologi trentini, di Arc-Team di Cles, per poter esplorare i fondali dei laghi alpini e avere così uno strumento avanzato subacqueo ad un prezzo accessibile.

Da qui nasce l’idea di Emanuele Rocco e Andrea Saiani di WitLab, idea di realizzare, grazie alla collaborazione di un gruppo di cinque studenti, un prodotto consumer che fosse assemblabile con facilità e acquistabile online.

Grazie al sistema open, basato su due protocolli di hardware open: OpenROV e BlueROV, gli amatori e gli addetti ai lavori potranno aggiungere strumenti come un PH tester, un termometro, uno scanner 3D di fondali e per imbarcazioni, una fotocamera ad alta definizione, un sonar e così via dicendo.

“Abbiamo avuto le richieste più disparate -spiega Andrea Saiani- da hotel sul mare che vogliono usarlo per i clienti per esplorare scogliere e relitti, a biologi che studiano comportamenti di specie bentoniche, dagli archeologi che vogliono fare ricerche sui fondali senza spendere ore sottacqua (specie in ambienti estremi), riducendo i costi e i rischi di missione, alle associazioni per la protezione dell’ambiente”.

Conclude Emanuele: “Ognuno può trovare la sua configurazione ideale -continua Emanuele- customizzando il prodotto come meglio preferisce. Abbiamo creato un robot open-source solido e divertente, ad un prezzo concorrenziale, ma aperto ed adattabile ad usi molteplici”.

Pensato per gli archeologi, per biologi marini, per fotografi appassionati del mondo sottomarino, per turisti e per gli ambientalisti, il drone potrà essere configurato per usi molteplici. E potrà aiutare l’ambiente, monitorando lo stato di salute dei fondali e individuando i rifiuti da rimuovere.
Prodotto che sarà lanciato entro la fine dell’anno su una piattaforma di crowdfunding. ArcheoRov dimensioni ridotte ed quindi è facilmente trasportabile in un bagaglio dedicato (che sarà possibile acquistare separatamente).