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Il punto dell'AIL sulle cure per le Neoplasie mieloproliferative

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Milano, 17 giu. (askanews) - Il 21 giugno 2021 ricorre la 16esima Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma. Per l'occasione, l'Ail (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma) ha organizzato un webinar per fare il punto sugli sviluppi della ricerca oncoema...

Milano, 17 giu. (askanews) – Il 21 giugno 2021 ricorre la 16esima Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma. Per l’occasione, l’Ail (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma) ha organizzato un webinar per fare il punto sugli sviluppi della ricerca oncoematologica che, negli ultimi 30 anni, ha fatto passi da gigante, scovando le cause genetico-molecolari alla base delle neoplasie mieloproliferative (rari tumori che colpiscono il midollo osseo) e consentendo lo sviluppo dei cosiddetti “farmaci di precisione” che permettono cure mirate, come ha ribadito il presidente, Sergio Amadori, sottolineando la necessità di un impegno costante, per garantire la continuità di cure adeguate per i pazienti.

“Noi da meno del 20% di trent’anni fa, siamo arrivati oggi a un indice di guaribilità globale intorno al 60-70% – ha detto – chiaramente l’obiettivo sarebbe quello di curare tutti i tumori e guarirli. C’è ancora tanta strada da fare ma ormai la via della medicina di precisione, della ‘oncoematologia di precisione’ è avviata e la ricerca non può fare altro che continuare a occuparsi soprattutto della biologia di questi tumori perché conoscere al 100% la biologia di questi tumori significa aprire l’opportunità per lo sviluppo di terapie innovative. Quindi il messaggio è: sostenete la ricerca perché grazie alla ricerca siamo arrivati a questo risultato”.

La diagnosi precoce resta, chiaramente, il primo passo per individuare e curare queste malattie che spesso sono “invisibili”, con pochi sintomi come perdita di peso ingiustificata, stanchezza, milza ingrossata, prurito persistente. Per arrivare a una diagnosi certa ci vogliono anni. Trascurarle, però, può portare anche a esiti più gravi, come episodi di trombosi anche fatali.

Tiziano Barbui, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale di Bergamo.

“Ci sono due tipi di rischio per chi ha queste malattie – ha spiegato – il rischio della policitemia e della trombocitemia è un po’ uguale, nel senso che nei primi anni dopo la diagnosi c’è un alto rischio di avere l’infarto, di avere l’ictus e di avere delle trombosi periferiche delle arterie oppure delle trombosi venose e addirittura embolia polmonare. Ci sono poi dei pazienti che possono avere delle trombosi in sedi poco usuali che sono, per esempio, le trombosi delle vene del cervello”.

Proprio di questo tipo di trombosi si è parlato a lungo di recente, nell’ambito delle potenziali (per quanto rare) complicazioni post-vaccino anti Covid-19 che, tuttavia, come ha ribadito Amadori, resta sempre un valido alleato.

“Signori vaccinatevi tutti il prima possibile, questo è il vero messaggio oggi – ha concluso Amadori – i tumori possono essere affrontati, si può arrivare anche a guarirli, in una proporzione crescente di pazienti ma l’infezione da Covid può essere pericolosissima per un paziente con tumore in atto, quindi, per fortuna, oggi sappiamo che si possono fare le vaccinazioni anche in quelli che stanno facendo i trattamenti per il tumore; la risposta non sarà ottimale come in un soggetto normale ma comunque gli anticorpi si producono, quindi correte a vaccinarvi tutti quanti”.

A supporto dei pazienti, l’Ail ha istituito anche il numero verde 800 226 524 al quale dal 21 giugno illustri ematologi italiani saranno a disposizione ogni giorno, dalle 8 alle 20, per fornire risposte e consigli.