> > Il retroscena di Bruno Vespa sul Quirinale: la “trappola” pronta per Silv...

Il retroscena di Bruno Vespa sul Quirinale: la “trappola” pronta per Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Il retroscena di Bruno Vespa sul Quirinale: la “trappola” pronta per Silvio Berlusconi e gli strumenti che il Cav ha per fiutarla in tempo e sfilarsi

Il retroscena di Bruno Vespa sul Quirinale è ben spiegato nell’editoriale che il conduttore di Porta a Porta ha pubblicato su Il Giorno. E quell’analisi parla di una “trappola” pronta per Silvio Berlusconi in deroga anarchica da un accordo con i leader del centro destra che lo appoggiano a patto che il Cav non faccia troppa bisboccia con il centro sinistra sulla scorta di un precedente a Strasburgo

Quirinale, trappola pronta per Silvio Berlusconi: il segreto è fiutarla in tempo ed avere un Piano B: Draghi al Colle

Insomma, per Vespa c’è una domanda da farsi, se cioè il centrodestra rimarrà unito se Berlusconi “fallisse la missione Quirinale” ed un pericolo da fiutare con una diagnosi precoce sulle operazioni di voto. Quale? Quello che in barba al patto i franchi tiratori gli facciano mancare i (pochi) voti finali per arrivare al Colle. 

La trappola pronta per Silvio Berlusconi in corsa per il Quirinale: il patto con Salvini e Meloni e la campagna acquisti

Vespa ha spiegato che Matteo Salvini e Giorgia Meloni avrebbero promesso sostegno al Cav come candidato alla Presidenza della Repubblica purché “non si unisse in via definitiva al centrosinistra, come fece a Strasburgo quando Ursula von der Leyen prese il posto di Jean-Claude Juncker anche con i voti di Forza Italia”. Quindi c’è un patto da rispettare riesumato il 23 dicembre al summit di Roma e un Berlusconi deciso a non fare nulla per indurre i due leader a considerarlo violato: “allo stato è molto difficile che il Cavaliere li tolga dall’imbarazzo”. 

Quarta chiama, voti certi e voti da avere per il Quirinale: ecco dove potrebbe sostanziarsi la trappola pronta per Silvio Berlusconi

Alla quarta chiama a Berlusconi basterebbe la maggioranza assoluta dei voti che sono 505. Ora il Cav ne ha 456, e Vespa, spiega che “glie ne mancherebbero solo 49. E la campagna acquisti di Berlusconi tra gli almeno duecento peones del gruppo misto e di quella parte del Movimento 5 Stelle che ha la certezza di non tornare in Parlamento glieli garantisce”. L’incognita è quella dei  franchi tiratori. Scrive Vespa: “Si dice che per arginarli, il Cavaliere abbia chiesto alla truppa di Forza Italia di fotografare la scheda nel vestibolo che viene approntato per l’occasione (non è vietato) e agli alleati di scrivere, come in uso nella Prima Repubblica, il suo cognome preceduto dal nome o dall’iniziale o dall’onorevole: ogni artifizio distinto per gruppi in modo di fare la conta. Possibile? Forse sì. Certo da cardiopalma. Può andar bene e può andar male”. Tutto sta, secondo Vespa, nell’evitare il tradimento ed a “capire già al primo turno) se l’ipotesi di successo è realistica. Questo significherebbe aver già sepolto la candidatura Draghi (che ha senso soltanto con un semi plebiscito al primo turno) con tutto quel che comporta per il futuro del suo stesso governo”. 

Ecco come Silvio Berlusconi può evitare la trappola pronta per lui sul Quirinale: fiutare l’aria e smarcarsi appoggiando Draghi

Se poi dopo la diagnosi precoce “l’evidenza dei fatti sconsigliasse il Cavaliere dal mettersi in gioco potrebbe essere egli stesso il king maker di Draghi o di chicchessia”. Un ripiego sportivo e solidale che eviterebbe al Cav “una bruciatura plateale che potrebbe avere invece conseguenze serissime sul futuro elettorale dell’alleanza”.