> > Ilaria Capua: “Terza dose necessaria, il virus attacca dove si vaccina poco”

Ilaria Capua: “Terza dose necessaria, il virus attacca dove si vaccina poco”

Ilaria Capua

Ilaria Capua: “Terza dose necessaria, il virus attacca dove si vaccina poco, Italia, Spagna e Portogallo partono avvantaggiati perché hanno vaccinato tanto"

Ilaria Capua è stata lapidaria nel rispondere alle domande durante la trasmissione In Onda, su La7: “La terza dose è necessaria, il virus attacca dove si vaccina poco”. La  direttrice dell’UF One Health Center dell’università della Florida, reduce essa stessa dalla dose booster, ha spiegato: “Dobbiamo usare la terza dose, è ovvio. La quarta ondata di covid oggi sta avvenendo in quelle zone d’Europa in cui il tasso di copertura vaccinale è bassissimo: Romania, Bulgaria, Russia hanno numeri bassissimi”. 

Capua: “Terza dose necessaria, Italia, Spagna e Portogallo hanno i tassi di copertura più alti” 

E ancora: “Non possiamo paragonare la situazione dell’Italia a quella di paesi che non hanno applicato una strategia di vaccinazione come essenziale”. La Capua è comunque ottimista e parla di “bicchiere mezzo pieno: Italia, Portogallo e Spagna hanno i tassi di copertura vaccinale più alti. Abbiamo la terza dose e la dobbiamo usare perché l’immunità cala”. 

Immunità in calo, il parere di Ilaria Capua: “La terza dose è necessaria”

Poi la spiegazione: “L’immunità resta invariata per pochissime infezioni, per la stragrande maggioranza c’è una diminuzione degli anticorpi. Il muro contro il contagio all’inizio è alto un metro e mezzo, quando si riduce e scende a 50 centimetri bisogna intervenire”. E in merito ai farmaci sul fronte delle cure? 

Pillole anti covid si, ma Capua ricorda: “Terza dose necessaria perché il vaccino previene”

Per Capua sono “una risorsa” ma non “la” risorsa. Merck e Pfizer hanno prodotto pillole anti covid efficacissime, spiega e chiosa Capua: “Il vaccino previene. La pillola anti covid interviene dopo, quando il virus ha già iniziato a replicare. I farmaci antivirali sono efficaci nel 50-60% dei casi: non ne escono tutti e oltretutto l’organismo soffre”.