> > ILVA, Calenda a Di Maio: delitto perfetto? Annulla la gara

ILVA, Calenda a Di Maio: delitto perfetto? Annulla la gara

ILVA

Luigi Di Maio afferma che l'atto per la cessione di ILVA a Mittal è "illegittimo" ma non annulla la gara. Scontro con l'ex ministro Carlo Calenda.

E’ polemica politica sul parere dell’Avvocatura dello Stato riguardo l’ILVA, “secretato” dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Il leader del M5S, che aveva promesso in campagna elettorare di chiudere lo stabilimento siderurgico, sostiene che “sulla cessione dell’ILVA è stato commesso un delitto perfetto” ma che, nonostate “l’illegitimmità dell’atto” non può annullare la gara, ed anzi chiede ai sindacati di continuare la trattativa con ArcelorMittal. Dura la posizione di Carlo Calenda e Teresa Bellanova.

Di Maio: su ILVA forti criticità

“Nella serata di ieri sono arrivate le 35 pagine del parere dell’Avvocatura dello Stato, che avevo richiesto lo scorso 7 agosto” informa il 22 agosto 2018 il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, in merito alla gara d’appalto dell’ILVA aggiudicata da ArcelorMittal. “Il parere affronta sia le criticità rilevate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione che alcuni ulteriori profili segnalati all’attenzione dell’Avvocatura. – spiega – Persistono forti criticità e nuovi elementi fondamentali che porterebbero al sospetto di illegittimità dell’atto“.

“Il profilo più rilevante è legato a ‘eccesso di potere’ e cioè al cattivo esercizio dello stesso, non essendo stato tutelato il bene comune e il pubblico interesse a causa della negata possibilità di effettuare rilanci per migliorare l’offerta”, puntualizza il vicepremier.

“Tra le altre cose, l’Avvocatura evidenzia una possibile lesione del principio di concorrenza: – sottolinea ancora – lo spostamento del termine al 2023 per l’ultimazione degli interventi ambientali avrebbe dovuto suggerire una proroga del termine per la presentazione di ulteriori offerte”. Per questo motivo e per “l’estrema importanza di ambiente e salute”, Di Maio annuncia che sono necessari “altri necessari approfondimenti in materia” riguardo alle tutele ambientali.

Calenda: pubblichi parere Avvocatura

Pronta la replica dell’ex ministro dello Sviluppi economico Carlo Calenda. “Su ILVA Luigi Di Maio tiene segrete le carte e prende in giro i lavoratori e i cittadini italiani. Faccia chiarezza e pubblichi il parere dell’Avvocatura di Stato sulla legittimità della gara” esortava sempre il 22 agosto.

“Per non dover prendere una decisione sul futuro industriale dello stabilimento Di Maio ha chiesto un parere all’Avvocatura di Stato circa la legittimità della gara con cui è stata aggiudicata ILVA a Mittal. – spiega l’esponente del PD – Ma invece di pubblicare la risposta dell’avvocatura (alla faccia della trasparenza che per anni i 5 Stelle hanno invocato!) poco fa ha diramato una sua nota in cui sostiene che secondo lAavvocatura ‘non sarebbe stato tutelato il pubblico interesse a causa della negata possibilità di effettuare rilanci per migliorare l’offerta’”.

I due pareri

“Peccato che nel parere che lo scorso anno anche io avevo chiesto (e che ho reso pubblico!) la stessa Avvocatura aveva scritto ‘l’apertura di una nuova fase selettiva, nel caso di specie, ben difficilmente potrebbe essere svolta sotto forma di ‘rilanci’ (tradizionalmente riferiti alla offerta puramente economica) atteso che la valutazione delle proposte, nella procedura in oggetto, non afferisce al solo prezzo di offerta, riguardando altresì profili complessi e assai problematici quali il piano ambientale, il regime occupazione o la capacità finanziaria…'” ricorda.

Quando interpellata da Calenda, l’Avvocatura di Stato aveva inoltre specificato che “deve ritenersi pertanto che una eventuale riapertura della fase selettiva dovrebbe avvenire non tramite rilanci sul prezzo di offerta ma attraverso la formulazione e la valutazione di nuove proposte contrattuali… – e ancora – una simile scelta non parrebbe incontrare ostacoli in punto di mera legittimità…ma sicuramente essa comporterebbe un inevitabile cospicuo allungamento dei tempi…”.

“Le cose sono due: – chiarisce quindi l’ex ministro – o Di Maio pubblica il nuovo parere per dimostrare che l’Avvocatura ha cambiato idea sulla gara e sui rilanci o sta mentendo su un caso industriale delicato che coinvolge la vita di decine di migliaia di persone e la competitività del sistema manifatturiero italiano.
Nel secondo caso, in un Repubblica democratica, dovrebbe dimettersi“.

Stato e non Mittal compie il delitto perfetto

Luigi Di Maio ovviamente non si è dimesso e in una conferenza stampa organizzata ieri 23 agosto al Mise precisa: “Per l’annullamento della gara deve decidere il ministero. Così dice l’Avvocatura che, però, ci dà delle informazioni. In particolare ci dice che sulla cessione dell’ILVA è stato commesso un delitto perfetto da parte dello Stato, perché c’è pochissimo di regolare in questa gara, illegittima“.

“Se il tema fosse solo l’illegittimità dell’atto, io sarei venuto qui con la revoca” assicura quindi il ministro. “Ma perché la gara possa essere annullata – evidenzia Di Maio – deve esserci non solo illegittimità dell’atto, che per noi c’è, per eccesso di potere, perché non sono stati permessi i rilanci”. “Ma deve esserci – chiarisce – anche un interesse pubblico concreto e attuale che riguarda il piano ambientale (e per questo porto subito le carte al ministro dell’Ambiente Sergio Costa) e l’accordo tra ArcelorMittal e i sindacati sugli esuberi“.

“Il secondo requisito, quindi, si gioca sia sul tavolo occupazionale che al ministero dell’Ambiente” spiega il pentastellato. “Se oggi, dopo 2 anni e 8 mesi, esistessero aziende che volessero partecipare alla gara noi potremmo revocare questa procedura per motivi di opportunità” annuncia quindi Luigi Di Maio, che deve però ammettere: “Oggi non abbiamo aziende che vogliono partecipare, ma se esistesse anche solo una azienda ci sarebbe motivo per revocare la gara”. Per evitare l’annullamento, lascia intendere Di Maio, ArcelorMittal dovrà garantire ulteriori investimenti ambientali e i livelli occupazionali. Per questo motivo, invita i sindacati a parlare “sempre con Mittal che è sempre stato in buona fede”.

ArcelorMittal: governo ci supporti

“ArcelorMittalrimane interessata all’acquisizione di ILVA e al fatto di poter diventare un proprietario e un imprenditore responsabile del gruppo” viene chiarito dopo la conferenza stampa di Luigi Di Maio da un portavoce del gruppo siderurgico italiano. “Speriamo – prosegue quindi – di ricevere il supporto del
Governo per raggiungere una conclusione positiva nella negoziazione con le unioni sindacali il più presto possibile”.

Calenda: annulla subito la gara

“Caro Luigi Di Maio il ‘delitto (im)perfetto’ è il tuo verso la nostra intelligenza. – risponde su Twitter Carlo Calenda – Se la gara è viziata annullala. ‘Potremmo se ci fosse qualcuno interessato’ e le altre fesserie del genere che ci stai propinando da mesi, dimostrano solo confusione e dilettantismo”.

“Finora abbiamo visto solo il parere di Di Maio sul parere dell’Avvocatura” insiste l’ex ministro dello Sviluppo economico in un video pubblicato su Facebook. In merito al non annullamento dell’atto nonostante l’illegittimità dichiarata dal leader del M5S, sottolinea: “Ha un livello di confusione che raramente si è visto. Non credo che ci sia un caso di un governo e di un grande Paese che è capace di dire tutto e il contrario di tutto come Di Maio sta facendo sull’ILVA“.

“La verità – dichiara – è molto semplice. Di Maio ha promesso ai suoi elettori di chiudere l’ILVA, è nel contratto di governo. E’ arrivato al Ministero, si è accorto che la chiusura sarebbe un gigantesco disastro e invece di dire ‘cari elettori, ho capito che era un errore e quindi bisogna negoziare e chiudere un buon accordo’ ha trovato la soluzione del ‘delitto perfetto'”.

Bellanova: secretazione parere inconcepibile

“Allucinante. Ci aspettavamo di conoscere finalmente il parere dell’Avvocatura dello Stato rimasto, a detta della stampa, diversi giorni nel cassetto del ministro. Ci siamo sorbiti invece il commento, confuso e sibillino oltre che concettualmente e politicamente pericoloso, di un incompetente ministro ad un parere che sarebbe stato secretato, cosa mai accaduta in passato e inconcepibile per un atto dell’Amministrazione pubblica” commenta anche la senatrice del PD Teresa Bellanova. L’ex viceministro allo Sviluppo Economico durante il governo Renzi annuncia quindi di voler chiedere “l’audizione urgente del ministro perché riferisca in Parlamento”.

“Delle due l’una: o quella gara può essere annullata, alla luce del parere, o quella gara non va annullato. L’eccesso di potere che ravvisa il ministro – afferma- è soltanto nella sua testa. E il delitto perfetto lo ha compiuto lui oggi: a danno della logica e della cosa pubblica. Un cialtrone che infanga in modo vergognoso chi lo ha preceduto e infanga la mia personale onorabilità”. “Sono stata seduta al tavolo di trattativa ore e ore senza deflettere un momento da ruolo e responsabilità confortata proprio da un parere dell’Avvocatura dello Stato oltre che da norme approvate dal Parlamento. – assicura Bellanova – E oggi ci si dice che, sia pure illegittima, non è possibile annullare la gara? Ma che non si dicano fandonie“.

“La verità è semplicemente il bisogno disperante, qui come altrove, di alibi. In questo modo si potranno anche vincere le elezioni ma non si governa un Paese. – conclude – Richiederò se l’Avvocatura ha chiesto la secretazione del parere per ragioni inerenti possibili, futuri contenziosi, è di tutta evidenza che il segreto è già stato violato dal Ministro, che il contenuto di quel parere ha ampiamente divulgato. Ora prevale l’interesse del Parlamento e di tutti i cittadini, di conoscere l’originale: per capire e per giudicare”.

Fiom Cgil

“Per la Fiom non è una novità l’esistenza di molte zone d’ombra nello svolgimento della gara per la vendita dell’ILVA: le abbiamo più volte denunciate e da questo punto di vista le dichiarazioni del ministro Di Maio non rappresentano alcuna rivelazione” scrive in una nota la Fiom Cgil. “Per altro, noi – e con noi soprattutto i lavoratori dell’ILVA – non intendiamo essere parte o vittime di quello che il ministro ha definito ‘un delitto perfetto’. Proprio per questo non parteciperemo ad alcuna trattativa parallela con Mittal mentre in altra sede si decidono i destini dell’Ilva” viene annunciato dal sindacato.

“Ricordando che spetta proprio al governo – attraverso i commissari – dare il via libera al passaggio di consegne, chiediamo, ancora una volta, che lo stesso governo assuma un ruolo attivo in questa vicenda convocando un tavolo di confronto che affronti e risolva i problemi denunciati dallo stesso ministero, cambiandone i presupposti, a partire da quelli ambientali e occupazionali” si esorta quindi.

“Poiché la trasparenza invocata per il precedente governo vale anche per quello attuale, è essenziale che l’esecutivo in carica si assuma esplicitamente le proprie responsabilità e trovi una soluzione che tuteli l’ambiente e la salute, garantisca i livelli occupazionali, le condizioni salariali e normative dei lavoratori che saranno poi chiamati a dare il loro giudizio su ogni eventuale intesa sindacale” conclude l’organizzazione sindacale.

Fim Cisl

“Se ‘eccesso di potere’ e ‘conflitto di interessi di Marcegaglia’ ne dimostri illegittimità e proceda. Altrimenti, il vero delitto perfetto è chiudere ILVA, dando anche di questo responsabilità a altri” tuona anche la Fim Cisl dopo la conferenza stampa di Luigi Di Maio. “Nel suo scaricabarile lei, tutto concentrato nelle responsabilità del Governo precedente e molto magnanimo con ArcelorMittal, dice che il Sindacato e l’azienda possono continuare la trattativa. – si osserva in una nota – Secondo lei, dovremmo negoziare con un’azienda e cercare un’accordo con un’azienda che a suo parere ‘ha vinto una gara in modo illegittimo’?”.

“Ora, con l’azienda quasi ferma ma sempre più pericolosa perchè priva di manutenzione il Ministro si prende altri 15 giorni che scarica sul Ministro dell’Ambiente. – denuncia quindi l’organizzazione sindacale – Occuparsi della salute dei cittadini di Taranto e del lavoro dei lavoratori dell’ILVA non lo si fa dando ragione contemporaneamente a chi vuole chiudere lo stabilimento e a chi vuole rilanciarlo”.

“Tra due settimane – viene ricordato infine – scade il mandato ai Commissari che come è noto sono sotto di 130 milioni di euro per proseguire con le spese ordinarie. Risorse a carico dei contribuenti e su cui sarà necessario il 12esimo decreto dopo che lei ha contestato i troppi decreti di tutti i Governi precedenti”. “Non ci costringa a chiedere alla Magistratura la pubblicazione di ciò che le ha inviato l’Avvocatura e non a fine procedura ma immediatamente” conclude quindi il Segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli.