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Ilva, Calenda: senza ritiro ricorso, l'azienda chiude

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Ilva, se non verrà ritirato il ricorso a tar, l'azienda chiuderà. Lo dice Carlo Calenda nell'incontro con Michele Emiliano.

Ilva rischia seriamente di chiudere. A minacciare questa direzione è Carlo Calenda, ministro dello sviluppo economico. Infatti, secondo lui, se non verrà ritirato il ricorso al tar, l’Ilva chiuderà. È questo che emerge dall’incontro tenuto con il magistrato Michele Emiliano. L’incontro, non era preceduto dai migliori auspici. Nei quindici giorni precedenti, hanno avuto luogo frecciatine fino a ieri, quando Michele Emiliano dichiarò che il ministro Carlo Calenda lo voleva far passare per matto.

Ilva, Calenda e la trattativa

Il ministro Carlo Calenda è stato chiaro. Se il Comune e la Regione Puglia non dovessero ritirare il ricorso al Tar sull’Ilva, ”il tavolo è concluso”. Si continuerà nel caso a continuare con l’investitore. Calenda afferma che se la condizione è costruire un’addenda contrattuale con garanzia dello Stato, non si può fare assumere allo Stato una responsabilità di 2,2 miliardi di euro per pagare il conto del ricorso. Sulla questione Ilva, Calenda ha poi precisato: ”Abbiamo chiarito, una volta per tutte che l’accettazione della misura cautelare presentata da Comune e Regione determina la chiusura dell’impianto Ilva perché scadono i termini Aia, su questo il ministero dell’Ambiente è stato tassativo”.

Il ministro Carlo Calenda ha poi cercato di spiegare meglio: ”l’investitore dice: io rimango anche se non si ritira il ricorso, ma lo Stato mi deve garantire che se il Dpcm viene invalidato dal ricorso, mi ridà uno per uno tutti i soldi spesi”.
Calenda non ha dimenticato l’abituale conflitto fra Regioni e Stato. Secondo il ministro è inaccettabile che la valutazione del danno sanitario venga fatta sulla base di una legge regionale, quando invece la Corte costituzionale ha detto che va fatta su una legge nazionale. “E nemmeno che si dica (come ha fatto Emiliano) ”intanto ritiro la misura cautelare, ma ricorso al Tar lo lascio in piedi’, perché questo comporta un costo per stato di 2,2 miliardi di euro”.

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Commento Michele Emiliano

Anche Michele Emiliano ha duramente commentato la vicenda Ilva. Secondo il magistrato, è necessaria una sdrammatizzazione. ”Se il ministro Calenda fa questa pantomima è perché ha capito che l’operazione può avere altre problematiche e pensa di dare la colpa alla Regione Puglia e al Comune di Taranto. Si sta comportando in maniera immatura e ne risponderà nelle sedi competenti”.

Nel tavolo istituzionale per l’Ilva di Taranto, secondo Michele Emiliano, il clima era positivo da parte di tutti. Poi, a un certo punto, ci sarebbe stato uno scambio di messaggi, tra De Vincenti e Calenda, ed il ministro ha avuto una crisi isterica. Carlo Calenda si sarebbe quindi alzato. Poi avrebbe effettuato un intervento durissimo e si sarebbe allontanato. Il magistrato Michele Emiliano ha dichiarato: “Noi siamo dell’idea che, siccome Calenda è un ministro pro tempore, il tavolo si è insediato e a mio giudizio può essere anche autogestito da tutti quelli che vogliono partecipare: se abbiamo voglia di trovare una soluzione, visto che il ministro fa solo da mediatore, riusciamo a trovarla anche senza di lui”.