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Imprenditori e Jobs Act

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Tra polemiche e scioperi le cose vanno avanti e si delinea pian piano la riforma del lavoro che entro la fine dell’anno dovrebbe essere pronta. Ma cosa pensano i manager e gli imprenditori del Jobs Act? L’Espresso ha rivolto questa domanda a chi combatte ogni giorno per dare stabilità al pae...

Tra polemiche e scioperi le cose vanno avanti e si delinea pian piano la riforma del lavoro che entro la fine dell’anno dovrebbe essere pronta.

Ma cosa pensano i manager e gli imprenditori del Jobs Act? L’Espresso ha rivolto questa domanda a chi combatte ogni giorno per dare stabilità al paese, cercando anche di andare incontro alle esigenze dei lavoratori.

Ne esce fuori un ritratto sorprendente in cui l’articolo 18 non viene molto preso in considerazione. Molto concrete le parole di Antonio Foresti, amministratore delegato di Jcoplastic «Parliamoci chiaro, è vero che in Italia è difficile assumere e ancor più licenziare, ma gli imprenditori italiani hanno imparato a selezionare il personale prima di assumerlo e comunque sta alla capacità del capo riuscire a valorizzare un lavoratore per renderlo più produttivo. Se un dipendente lo si lascia nell’angolo, è evidente che diventerà un problema per l’azienda».

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Per Gianni Scotti, della Saint-Gobain Italia il discorso non è molto diverso «Non ricordo di aver mai avuto a che fare con l’articolo 18. Se c’è un problema con un dipendente lo si risolve dialogando e mantenendo un atteggiamento di rispetto verso le persone».

Forse il solo elemento positivo individuato nella riforma è l’attenzione che essa ha fatto puntare sull’Italia, interessando possibili investitori europei. Ma gli imprenditori sembrano più interessati alla tutela dei lavoratori, anzi, sono in molti a richiedere l’abolizione di contratti a termine, per favorire un percorso diverso, fatto di apprendistato e assunzione a tempo indeterminato.