Continuano le proteste in Iran contro il regime degli Ayatollah, i pasdaran e la polizia morale. Questa volta si uniscono ai manifestanti anche i commercianti che con un gesto hanno detto simbolicamente “No” al governo che li tiene in pugno.
In Iran sciopero contro il regime: saracinesche abbassate
I commercianti e tanti altri lavoratori della rete di più settori economici iraniani hanno deciso di protestare. I primi hanno chiuso le proprie botteghe, i propri negozi e i mercati per mostrare solidarietà al popolo dato che sono parte di esso. Le proteste dureranno 3 giorni e sono iniziate oggi 5 dicembre 2022. Tra le città coinvolte vi è Teheran, capitale dell’Iran, e anche Sanandaj, Isfahan, Bushehr, Shiraz, Kerman, Ardebil, Mahabad, Orumiyeh, Kermanshah e tante altre città iraniane. Insieme ai commercianti si sono uniti anche autotrasportatori e alcuni lavoratori degli impianti petrolchimici. Alcune università hanno boicottato le lezioni.
Guten Morgen. Die landesweiten Streiks im #Iran haben begonnen, wie hier im Basar in #Saqqez. Meisten Geschäfte und Basare haben geschlossen. Die Menschen legen Ihre Arbeit nieder, um zu streiken und protestieren. Sie sind fertig mit diesem Regime und wollen die #IranRevolution. pic.twitter.com/m7wBccqp5L
— Düzen Tekkal (@DuezenTekkal) December 5, 2022
Tra tolleranza zero e presunta abolizione della polizia morale continuano le proteste in Iran
Queste porteste erano già state ampiamente annunciate e il governo di Teheran aveva risposto dichiarando che sarebbe stata utilizzata tolleranza zero verso i manifestanti. Ieri il mondo ha quasi esultato dopo la notizia dell’abolizione della polizia morale, ma nulla è stato ufficialmente confermato. Intanto i morti causati dallo Stato crescono sempre di più, ma l’ondata delle proteste non accenna a fermarsi e gli iraniani non hanno più paura.