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In tempo di crisi gli italiani possono rinunciare a tutto, ma non allo smartphone

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L'appeal della rata e del telefonino conquista sempre di più i nostri connazionali. Risulta invece diminuita la quota di mutui immobiliari (scesa al 21%) ma anche quella dei prestiti personali (28%).

L’appeal della rata e del telefonino conquista sempre di più i nostri connazionali. I residenti maggiorenni titolari di un mutuo o un finanziamento in corso rappresentano circa il 45% del totale. Un dato che sancisce una crescita del 6% circa rispetto al 2021 sulla scia di un’orientamento cominciato 5 anni fa e rafforzatosi nell’ultimo biennio. L’importo medio della rata si assesta a 315 euro, mentre il debito residuo da ancora da rimborsare scende a 32.000 euro circa. È la media che comprende, oltre ai prestiti, anche i mutui, notoriamente più alti come importi erogati.

Per quanto riguarda invece la composizione degli impegni finanziari delle famiglie italiane, risulta diminuita la quota di mutui immobiliari (scesa al 21%) ma anche quella dei prestiti personali (28% del totale). Aumentano invece i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi che rappresentano oramai il 51% del totale. I prestiti personali hanno rappresentato il prodotto che ha maggiormente risentito della crisi provocata dal covid mentre nel 2021 il credito al consumo è cresciuto in maniera rilevante rispetto all’anno precedente, anche se occorre specificare che il 2020 è stato contrassegnato dall’atteggiamento decisamente cauto da parte delle famiglie e dalla simultanea diminuzione dei consumi supportati da un finanziamento.

I finanziamenti destinati all’acquisto di prodotti dell’elettronica, telefonia ed elettrodomestici sono quelli che hanno mostrato maggior vitalità, piazzandosi ai livelli pre-crisi anche grazie alla spinta dell’e-Commerce.

Cresce la sostenibilità finanziaria delle famiglie: il tasso di default si attesta a poco più dell’1%, il livello più basso degli ultimi anni. Sono diverse la cause che hanno determinato questo risultato: le moratorie concesse della banche al fine di contenere gli effetti della pandemia e che hanno permesso ai soggetti in difficoltà di congelare il rimborso delle rate e l’atteggiamento accorto delle famiglie.

Occorre poi ricordare la propensione ad allungare i piani di rimborso e i bassi tassi di interesse rimasti sui livelli prossimi ai minimi storici; questi aspetti hanno contribuito ad abbassare l’importo della rata mensile. È un comportamento virtuoso e consapevole quello dimostrato dalle famiglie italiane per le quali il ricorso al credito rappresenta un’opportunità per dilazionare in modo tollerabile gli impegni di spesa senza indebitarsi eccessivamente e senza rischiare di non riuscire a far fronte agli impegni assunti. Questo atteggiamento viene confermato nell’aumento delle richieste di prestiti da parte delle famiglie nei momenti in cui la fiducia cresce, mentre tende ad abbassarsi nei periodi difficili.