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Inchiesta sui fondi Lega, condannati a 4 e 5 anni i contabili Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba

I due condannati

Inchiesta sui fondi della Lega, condannati a 4 e 5 anni i contabili Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba: il Gup Guido Salvini alza le pene chieste dal Pm

Inchiesta sui fondi della Lega, condannati a 4 anni e 4 mesi e 5 anni i revisori contabili del Carroccio in Parlamento Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba. Nel processo con rito alternativo che si è concluso in queste ore i due imputati, ai domiciliari dal settembre del 2020, sono stati riconosciuti colpevoli dal Gup, che per ironia della sorte di cognome fa Salvini, in merito all’indagine sulla compravendita della sede della Fondazione Lombardia Film commission. Cos’era? Un ente partecipato da Regione Lombardia e Comune di Milano. Secondo la linea dell’accusa, che aveva chiesto pene addirittura inferiori di 4 mesi per entrambi, i due avrebbero utilizzato e drenato 800mila euro di fondi pubblici nell’ambito della compravendita di un capannone a Cormano, vendita che venne cartolarizzata a dicembre del 2017. 

Fondi della Lega, condannati i contabili Manzoni e Di Rubba: il legale preannuncia ricorso

Ovviamente la premessa giuridica è d’obbligo: i due sono stati condannati in primo grado e con rito abbreviato, che prevede un terzo di sconto di pena e un dibattimento congelato allo stati degli atti, ma hanno il diritto procedurale di ricorrere contro la sentenza. Un ricorso che è stato già annunciato dal loro legale, Piermaria Corso, che ha espresso “massimo rispetto per la sentenza e massimo dissenso. Le condanne non cambiano moltissimo rispetto alle richieste della procura e ricorreremo contro questa decisione”, in punto di diritto ci sta. Da un punto di vista tecnico il giudice ha equiparato le attenuanti alle aggravanti ma ha alzato la pena richiesta sulla scorta di un comportamento processuale a suo parere meritevole in procedura di quella maggiorazione. 

Inchiesta sui fondi della Lega, condannati i contabili Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba: interdetti dai pubblici uffici

Come sempre accade nelle vicende giudiziarie che hanno come sfondo la politica e l’amministrazione delle pubbliche cose ad essere più importanti sono le pene accessorie e gli effetti di sistema: il gup ha dichiarato i due condannati “interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena”, poi “interdetti per anni quattro dall’esercizio della professione di commercialista”. C’è poi la questione risarcimento: esso sarà “da liquidarsi in separato giudizio con l’assegnazione di una provvisionale provvisoriamente esecutiva”. A chi? Alla Fondazione Lombardia Film commission per di 150mila euro a fronte di una richiesta di 1,7 milioni di euro e di 25mila al Comune di Milano, con 117 mila euro di richiesta originaria. Entrambi i soggetti giuridici si erano costituiti parti civili in procedimento. 

Fondi della Lega, condannati a 4 e 5 anni i contabili Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba: la linea dell’accusa

Ma cosa diceva l’impianto accusatorio del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal sostituto Stefano Civardi? Che Di Rubba e Manzoni, il primo come presidente della fondazione e il secondo come suo socio di studio, avrebbero spartito metà della somma attenzionata. Assieme al commercialista Michele Scillieri che aveva già patteggiato 3 anni e 4 mesi, circa 400mila di quegli 800 mila euro spesi dalla fondazione per la sede a Cormano sarebbero stati drenati con un giro di società e prestanome. Ma se quel denaro pubblico qualcuno lo ha gestito – violando la legge secondo procura e gup – qualcuno dovrà pur averlo sottratto: è l’imprenditore Francesco Baracchetti, che però ha scelto un dibattimento ordinario ancora in corso. 

Inchiesta sui fondi Lega, condannati i contabili Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba: gli altri coinvolti

Il fascicolo era stato rimpinguato dagli atti raccolti dalla Polizia Giudiziaria rappresentata dai dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria. E in quel fascicolo da cui sono stati stralciate le posizioni ora confluite a processo, sono inseriti altri nomi. In primis il commercialista Scillieri, nel cui studio in centro a Milano era stato registrato il primo domicilio della lista ‘Lega per Salvini premier’. Poi due prestanome Luca Sostegni e Fabio Barbarossa che hanno patteggiato pene robustissime a contare l’accordo fra accusa e difesa che il patteggiamento sottintende: quattro anni e dieci mesi per Sostegni, due anni e un mese per Barbarossa. L’indagine madre sul caso aveva anche generato altri fascicoli, uno dei quali collegato anche alla famosa e controversa inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni della Lega.