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Incidente Noemi Carrozza: morte non causata dalle buche

Noemi Carrozza

Non c'erano buche o radici nella strada in cui è avvenuto l'incidente che ha causato la morte di Noemi Carrozza. A dirlo la polizia giudiziaria.

Non sarebbero state le buche o le radici che fuoriescono dall’asfalto a causare l’incidente stradale in cui ha perso la vita Noemi Carrozza. La 21enne, stella del nuoto sincronizzato, era uscita di strada mentre viaggiava con il suo motorino sulla Cristoforo Colombo, a Roma. Il colpo contro un albero le è stato fatale. L’autopsia ha scartato la tesi del malore e nessun mezzo ha tagliato la strada alla giovane. Rimane quindi ancora da capire cosa abbia fatto sbandare Noemi. La Procura di Roma indaga per omicidio stradale contro ignoti.

Incidente non colpa delle buche

Non sarebbero state le buche della strada a causare l’incidente che ha provocato la morte di Noemi Carrozza, stella azzurra del nuoto sincronizzato. La giovane, che avrebbe compiuto 21 anni a settembre, è morta venerdì 15 giugno 2018 dopo aver perso l’equilibrio mentre viaggiava con il suo scooter sulla Cristoforo Colombo, in direzione Ostia. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio stradale contro ignoti, reato strumentale per lo svolgimento degli accertamenti.

In un’intervista a Il Messaggero, la mamma di Noemi Carrozza aveva dichiarato che alcuni testimoni avrebbero visto la ragazza “sbandare dopo aver preso le radici della Colombo”. La campionessa è quindi finita fuori strada, sbattendo contro un albero. Purtroppo il colpo le è stato fatale. L’autopsia ha escluso che Noemi possa aver avuto un malore. Ugualmente scartata la tesi di un’auto, o di un altro mezzo, che possa aver tagliato la strada alla giovane.

La polizia giudiziaria però ha ugualmente escluso che a causare l’incidente possa essere stata la strada dissestata. Gli inquirenti, infatti, hanno accertato che nella zona di via di Villa di Plinio non ci sono buche, avvallamenti dell’asfalto o radici in grado di far uscire di strada un motorino. Anche la polizia locale, dopo aver effettuato i primi rilievi, aveva assicurato che in quella strada non c’erano dissesti tali da provocare un incidente.

Il post della mamma di Elena Aubry

Il problema delle buche a Roma, però, continua a far discutere. Martedì 3 luglio 2018, infatti, Graziella Viviano ha scritto una commovente lettera su Facebook alla figlia Elena Aubry, la 25enne morta in moto il 6 maggio scorso sulla via Ostiense. “Sai, qui comincia a far davvero caldo, si va al mare. Niente più selfie quest’anno assieme, niente più risate, niente più…niente!!!” riflette prima di tutto la donna.

“Ma non ti sto scrivendo per questo, non voglio pensare a questo, impazzirei… Ho bisogno di te, amore mio. Ho bisogno del tuo aiuto perché qui non sembrano capire. – spiega – C’è pure chi dice che le buche non ci sono…”. Graziella Viviano teme nuove stragi proprio ora che più gente percorrerà la cosiddetta via del mare per raggiungere le spiagge della Capitale. “Tanti passano sulle strade e…tu sai cosa può succedere se un dosso, una buca ‘si mette per traverso’. Ma, amore mio, noi non dobbiamo permettere che muoiano altre persone” scrive.

Da qui l’appello alla figlia: “Elena aiutami. Il sistema c’è e funziona. Basta evidenziarle con una semplice bomboletta di vernice gialla. – esorta Graziella rivolgendosi a chi legge – Se solo i nostri amministratori volessero ascoltare… chiedi lassù, che si faccia il miracolo, che qualcuno gli apra le menti e il cuore”. “Se solo un cuore generoso avesse evidenziato le ‘tue’ buche in quella maledetta strada, adesso tu saresti qui con me e Sofia, andremmo al mare a ridere, a scherzare, a farci ancora tanti ‘stupidi e inutili’ selfies… (ora per me così preziosi)” commenta infine la mamma.