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India, giovane vedova resiste a stupro: bruciata viva

India

India, Stato di Uttar Pradesh. Nel villaggio di  Labhari, la scorsa notte una giovane 27enne è stata bruciata viva dal cognato. Il movente sarebbe aver resistito allo stupro.  Neelam, giovane vedova viveva da sola da qualche tempo nel villaggio. Si apprende che sia morta quasi subito, giacchÃ...

India, Stato di Uttar Pradesh. Nel villaggio di Labhari, la scorsa notte una giovane 27enne è stata bruciata viva dal cognato. Il movente sarebbe aver resistito allo stupro. Neelam, giovane vedova viveva da sola da qualche tempo nel villaggio. Si apprende che sia morta quasi subito, giacché nessuno sia riuscito a salvarle la vita spegnendo tempestivamente le fiamme. A riferirlo, oggi è l’agenzia di stampa Pti. Il padre della vittima ha presentato denuncia e gli agenti sarebbero a caccia dell’assassino, un uomo di nome Jetendra.

Le violenze in India, un fenomeno all’ordine del giorno

Il caso della giovane Neelam aggiunge altro orrore, ad un Paese che è da bollino nero sulla violenza ai danni delle donne. Secondo alcune statistiche, si stima che avverrebbe uno stupro ogni mezz’ora in India. Un dato sconcertante, se si tiene conto che la popolazione composta da 1,2 miliardi di persone. E proprio quando mancano pochi mesi alle soglie del 2018. Ma che è ancora una tragica realtà in un ambiente in cui la donna vive ancora un’emarginazione sociale non indifferente, ed è trattata alla stregua di un oggetto. Solo un anno fa, nel marzo del 2016, sempre nell’ Uttar Pradesh un altro episodio di efferata violenza. L’ennesimo stupro con omicidio, allora ai danni di una ragazza di soli 15 anni.

Che, oltre al danno d’aver subito violenza è stata oltraggiata con l’essere bruciata viva. All’epoca dei fatti si trattò di un 20enne, originario come lei di Graeter Noida. Per cercare di arginare il fenomeno, più ampio nelle zone rurali, è stata anche introdotta una nuova legge. La stessa, prevede che anche gli stupratori che abbiano almeno 16 anni rispondano dei reati di violenza e stupro previsti dal codice penale, proprio come se fossero maggiorenni. Ma la violenza perpetrata ai danni delle donne, nella maggioranza dei casi giovanissime non si fermano agli stupri. Delitti d’onore, delitti per presunto adulterio, delitti per mancata obbedienza. Sotto la facciata più puritana del buon costume indiano si nascondono, come si fa con la polvere sotto il tappeto gelosie, ossessioni non corrisposte e volontà di crearsi un proprio futuro.

I delitti d’onore in primo piano

Nel Paese vige un rigido sistema gerarchico delle caste. E diffusissimo nelle zone rurali in particolare, dove il matrimonio è vissuto come un contratto tra famiglie, previo pagamento di doti davvero consistenti. Le relazioni amorose extra-coniugali, pertanto o la rottura del matrimonio possono portare al ripudio da parte delle famiglie. E in casi estremi sfociare in quelli che vengono denominati in India come delitti d’onore. L’Associazione delle donne Democratiche riferisce che siano circa mille ogni anno.

Fra i molti casi che potremmo elencare, emblematico di questa tipologia di omicidi “d’onore” figura, sempre relativo al marzo 2016 il caso di un’altra giovane ragazza. La “colpa” era quella d’esser fuggita insieme ad un altro uomo. A distanza di tempo la 26enne era tornata ad Aspur, luogo natìo, accompagnata da sua figlia. Luogo che fra l’altro era vicino alla località in cui intanto la donna si era trasferita con il marito e da cui otto anni prima era fuggita, riparando in Rajastan. Al suo ritorno, i familiari l’hanno prima picchiata, poi bruciata viva. La Polizia, all’epoca dei fatti presentò denuncia contro 35 uomini, di cui solo sette sono stati arrestati.