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Infermiera morta in un incidente, i sindacati: "Stremata dopo due turni di notte"

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I sindacati hanno denunciato le difficili condizioni di lavoro dell'infermiera morta in un incidente dopo due turni di notte.

I sindacati sono intervenuti sul caso di Sara Viva Sorge, l’infermiera di 26 anni morta in un incidente mentre stava tornando dal lavoro dopo il turno di notte: le sigle hanno in particolare denunciato gli orari massacranti a cui era stata sottoposta e l’assenza di recuperi psicofisici adeguati.

Infermiera morta in un incidente: parlano i sindacati

La giovane, che lavorava presso la clinica di riabilitazione Fondazione San Raffaele a Ceglie Messapica (Brindisi), è deceduta dopo essersi schiantata contro un palo dell’illuminazione a pochi chilometri da casa. A trovarla priva di sensi è stato il padre che, non vedendola rientrare, si è preoccupato e ha deciso di andarle incontro con l’auto, salvo poi trovare la sua vettura ridotta ad un ammasso di lamiere.

Infermiera morta in un incidente, parlano i sindacati: “Turni massacranti”

I sindacati hanno denunciato come Sara avesse coperto il suo secondo turno consecutivo dalle 8 di sera alle 6 della mattina. “Un orario piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti della struttura“, hanno sottolineato. Secondo loro si è trattato di un cosiddetto infortunio in itinere, non meno grave di quelli che accadono in cantiere o dentro una fabbrica e che solleva interrogativi su una lavoratrice assunta da poco e “subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata“.

Spesso, hanno concluso, per una unità lavorativa si arriva a gestire dieci degenti con un carico di lavoro al limite: non è dunque comprensibile un turno di lavoro lungo e con due notti consecutive che sicuramente non può consentire il recupero psicofisico dovuto.