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Infermiere arrestato per duplice omicidio a Catania: massicce dosi di farmaci senza motivo

Infermiere

Un infermiere è stato arrestato per duplice omicidio a Catania. Nei cadaveri sono state trovate dosi massicce di diazepam e midazolam.

Un infermiere è stato arrestato a Catania con la pesante accusa di duplice omicidio. Due pazienti che erano ricoverati nell’ospedale in cui lavorava sono morti e nei loro cadaveri sono state riscontrate dosi massicce di farmaci controindicati per la loro patologia. 

Infermiere arrestato per duplice omicidio a Catania: massicce dosi di farmaci senza motivo

Un infermiere è stato arrestato dalla polizia con la pesante accusa di duplice omicidio di due pazienti ricoveratienell’ospedale in cui lavorava, alle quali sarebbero stati volontariamente somministrati dei farmaci che erano controindicati per la loro patologia. Nei confronti dell’infermiere, di 50 anni, il giudice per le indagini preliminari del tribunale ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della procura della Repubblica. Il gip ha ritenuto valide le ricostruzioni degli investigatori della squadra mobile e gli inquirenti della Procura di Catania. Secondo l’accusa, a due donne ricoverate in un reparto di Medicina e Chirurgia sarebbero stati somministrati volontariamente dei farmaci non prescritti, che le hanno portate al decesso. I farmaci in questione sono Diazepam e Midazolam, somministrate “con modalità estranee a esigenze terapeutiche”. 

Infermiere arrestato: emersa la presenza di diazepam e midazolam nelle vittime

Dagli accertamenti tecnici e tossicologici, disposti dalla Procura dopo al riesumazione dei cadaveri, è emersa la presenza di dosi massicce di diazepam e midazolam, farmaci controindicati per le patologie di cui soffrivano “pur a distanza di diversi mesi dalla morte“. “Sia nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente (…) determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire una controindicazione specifica alla somministrazione” ha spiegato la Procura.