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Infermiere morto in ospedale di overdose di antidolorifici dopo 250 ore di straordinario per Covid

Fa gli straordinari in pochi mesi a causa del Covid: trovato morto in bagno

L'infermiere filippino, alle prese con il dramma della pandemia, lo scorso 20 gennaio è stato trovato morto in bagno.

In poco tempo aveva accumulato circa 259 ore di lavoro straordinario. La storia ha come protagonista un infermiere britannico, che impegnato in pirma persona nella lotta contro il Covid, era in prima linea nel dare assistenza all’ondata di pazienti giunti nei reparti di Guildford, in Gran Bretagna. Lo scorso 20 gennaio è stato trovato morto in bagno per overdose di antidolorifici.

Infermiere fa 259 ore di straordinari in 4 mesi: morto per overdose

L’infermiere di 35 anni si chiamava Philip Pengson, aveva lavorato senza sosta a causa del Coronavirus ed è stato così travolto dallo stress fisico e mentale fino alla decisione di abusare di farmaci antidolorifici per placare lo sconforto. Decisione che, tuttavia, l’ha portato alla morte.

Su questa vicenda è stata anche aperta un’inchiesta che ha portato alla luce che l’infermiere aveva fatto 259 ore di straordinario in soli quattro mesi con turni massacranti.

Gli stessi colleghi dell’ospedale, ossia il Royal Surrey County Hospital di Guildford, hanno raccontato di aver notato alcuni strani cambiamenti negli ultimi giorni prima della morte dell’infermiere. Infatti, il 35enne durante i suoi turni in ospedale scompariva per lunghissimi periodi, ricomparendo poi in condizioni precarie, ad esempio con l’aria stordita e con del sangue sul camice. Proprio in una di queste occasioni, una collega ha raccontato che alle mille domande che gli ponevano, Philip aveva risposto così:

“L’ho visto e gli ho spiegato che ero preoccupata per lui chiedendogli perché fosse stato via così tanto tempo. Lui mi rispose: pensi che sto prendendo droghe o qualcosa del genere? Non potrei farlo perché abbiamo la vita di altre persone nelle nostre mani”.

Infermiere fa 259 ore di straordinari in 4 mesi: morto per overdose: “Era esaurito e voleva sempre stare da solo”

Successivamente con la fine del lockdown per il Covid, gli altri infermieri non riuscivano più a trovarlo in reparto. Il primo tentativo è stato quello di contattarlo in tutti i modi possibili. Una sua collega, Jessica Ubag, durante l’udienza ha raccontato:

“Ho notato che era scomparso di nuovo, gli ho mandato un messaggio e l’ho chiamato ma non ha risposto”.

Ma alla fine, il 35enne è stato rinvenuto nei bagni dello spogliatoio maschile privo di sensi. Nonostante i soccorsi, l’uomo è stato dichiarato morto poco dopo, lasciando moglie e due figli.

Un’altra collega ha raccontato che:

“Avevo capito che qualcosa non andava. Gli ho spiegato che ero preoccupata per lui perché si assentava per tanto tempo. Mi ha detto che era esaurito e voleva essere lasciato solo”.

Infermiere lavora 259 ore di straordinari, trovato morto per overdose: aveva già problemi con i farmaci

L’indagine ha confermato, come accennato all’inizio, che l’uomo è morto a causa di una concentrazione molto alta di farmaci nel sangue. Philip era un cittadino filippino che si era recato nel Regno Unito per lavorare al Royal Surrey County Hospital di Guildford nel 2017. Sua sorella, Fatimah, che vive nel Regno Unito, durante l’udienza ha detto che lui nel 2017 aveva ammesso di avere un problema con i farmaci da prescrizione. Tuttavia, le aveva giurato che era una storia finita. Invece, gli stessi investigatori hanno trovato alcuni falconi di un farmaco anestetico molto forte all’interno della sua stanza e sei bottigliette di esso nel suo zaino in bagno.