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Inquinamento ben oltre il limite consentito dalla legge

inquinamento acustico

Smog e inquinamento acustico continuano ad essere problemi all'ordine del giorno per molte città italiane. Ecco cosa dicono i numeri.

Aria malsana, troppe macchine, troppo asfalto, poco verde. L’atmosfera delle principali città italiane non smette di destare preoccupazione. In moltissimi casi, si continua a registrare una concentrazione di polveri sottili ben al di sopra della norma. Roma e Milano – tra le città con situazione più critica – hanno i dati che superano il valore stabilito per legge un giorno ogni tre. E la situazione non sembra migliorare, nonostante i continui provvedimenti d’emergenza. Cosa fare, dunque, per trovare una soluzione a un problema così diffuso? La risposta, purtroppo, non è così semplice.

L’inquinamento delle città italiane

Le centraline Arpa riportano l’allarme mal’aria. Sono sempre di più le città che vedono il superamento della concentrazione massima media giornaliera di pm10 concesso dalla legge, in un anno. La maggior parte di queste città si trovano al nord, con una concentrazione preoccupante nella pianura Padana. Non solo problemi legati alla circolazione delle auto, dunque, ma anche inquinamento generato dall’iperindustrializzazione dell’area e dal poco rispetto delle norme sul riscaldamento cittadino. Una situazione che si ripresenta ogni anno, specialmente quando il tempo non è clemente, ma che non ha ancora una soluzione definitiva. Le conseguenze, intanto, sono sempre maggiori. Lo smog, comunque, non è il solo pericolo. Esistono anche altri tipi di inquinamento spesso estremamente sottovalutati ma altrettanto dannosi.

L’inquinamento acustico

Sono state recentemente condotte indagini per cercare di valutare quanto sia diffuso l’inquinamento acustico. Tra le aree più rumorose, quelle di Roma, Napoli, Genova e Milano. I dati del monitoraggio ministeriale lanciano un messaggio ben preciso. In molte delle città prese ad esame sono stati registrati decibel ben oltre la norma di legge, sia di giorno che di notte. È questo il quadro che emerge dalle continue ricerche sulla qualità dell’aria e sul livello di inquinamento portate avanti dal Ministero della Salute insieme ad altri organi competenti. Una situazione cui bisogna far fronte in tempi brevi.

Le conseguenze dell’inquinamento acustico

Gli effetti sulla salute e sulla vivibilità delle città sono evidentemente negativi. Tuttavia, la complessa normativa italiana in materia di inquinamento acustico in vigore già da alcuni anni, rimane per lo più sulla carta. È allarmante che la percentuale di popolazione che ricade sotto un piano di zonizzazione acustica non arrivi nemmeno al 50%. Praticamente pari al 42,9% dei comuni e al 37% del territorio nazionale. Il problema rumore – ampiamente sottovalutato – necessita senza dubbio di maggiore attenzione e di interventi incisivi a livello nazionale. Bisogna adoperarsi per diffondere in tutti i comuni misure anti-rumore. A partire da zonizzazioni acustiche dove mancano, ma anche attraverso campagne di monitoraggio, mappature e piani di risanamento. Strumenti che dovranno assolutamente divenire una priorità di tutti i centri urbani italiani.