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Intercettazioni choc di un ospizio: "Se ti sleghi ti affetto"

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Minacciati, narcotizzati, umiliati e picchiati: gli anziani dell'ospizio "giardino fiorito" di Massa Carrara subivano atrocità di ogni genere.

 

Marina di Massa, 7 Agosto – Sono stati resi noti dalla Guardia di Finanza, i nomi delle donne colpevoli degli orrori compiuti nella casa di riposo di Massa. “Giardino fiorito”, questo era l’ingannevole nome dell’ospizio dove gli anziani subivano vere e proprie torture, atti di violenza gratuita e terrore. Chi entrava trovava ben altro che riposo e cure. Gli “sgarri” degli anziani (che si sporcavano a causa dell’incontinenza, o richiedevano l’intervento delle inservienti) venivano puniti con una serie di crudeltà. Schiaffi e punizioni corporali, ingiurie, minacce con cui le operatrici sottomettevano e prevaricavano le vittime indifese. I poveri ospiti, per lo più allettati o in carrozzina, erano condannati ad un clima di paura, in alcuni casi immobilizzati. Addirittura privati dell’acqua per non urinare. Tutto ciò, per limitare il disturbo al personale della Casa. I vecchietti erano puniti per la loro stessa, scomoda esistenza. Così le giornate ed i mesi, gli anni trascorrevano come nel peggiore dei carceri. Nel silenzio e nel quotidiano terrore della punizione incombente. Su chi si lamentava dei maltrattamenti poi, si scatenavano ritorsioni ancora maggiori. Nonostante in molti casi le vittime non fossero in grado di comprendere le violenze, per via delle condizioni mentali.

A salvare gli anziani dall’ospizio, il coraggio di una dipendente “scomoda”.

L’incubo si è spezzato allorché una delle nuove dipendenti, evidentemente dotata della normale sensibilità umana assente nelle colleghe, ha fatto ingresso nell’ospizio, sito in via Del Medico a Avenza. La donna, sconvolta dal comportamento delle colleghe ha lasciato il posto di lavoro dopo pochi giorni. Fuoriuscita dalla casa degli orrori ha denunciato le malefatte osservate. In particolare, la donna ha riferito un episodio in cui l’ex-direttrice della struttura urlava ad una donna affetta da gravi problemi mentali. “Ha tirato per i capelli l’anziana, l’ha colpita ripetutamente sul sedere e le urlava: io questa non la voglio più! io questa la mando via!”. E sempre nel corso della giornata: “Si è rifatto la cacca addosso! se la raccoglie da solo e gliela faccio mangiare. E’ già la terza volta!”.

Ricevute le denunce, la Guardia di Finanza ha immediatamente aperto delle indagini. In particolare, piazzando le telecamere nascoste e registrando le atrocità perpetrate. Le intercettazioni hanno rivelato l’inimmaginabile.

L’ospizio delle torture. La direttrice pronuncia frasi da campo di concentramento

Delle cinque persone indagate, tutte di nazionalità italiana, tre sono state messe agli arresti domiciliari. Prima tra tutte, l’amministratrice unica della struttura, Laura Ginesi, 60enne che non solo approvava, ma esercitava essa stessa gli abusi sulle vittime. Nei video pubblicati dalla GdF, si sente l’amministratrice minacciare con violenza inaudita. “Stai ferma, cosa sei a fare? Tira su le mani, non provare a slegarti perché t’affetto! Ti conviene proprio stare ferma perché oggi te l’ho detto che ti sistemo per le feste. Ti mangio il viso, ti mangio il viso, dopo poi faccio ingabbiare anche la tua figliola insieme a te, vi ingabbio a tutte e due quindi occhio eh”. Mentre l’anziano/a balbetta in preda allo shock, si distinguono i suoni dei ceffoni e della carrozzina sbattuta contro il tavolo.

Perennemente narcotizzati con i tranquillanti

Agli arresti domiciliari anche le due dipendenti Simonetta Menconi (53 anni) e Sara Luisotti (33). Altre due operatrici sono state denunciate.

Addirittura, le donne si vantavano delle massicce dosi di tranquillanti e psicofarmaci con cui neutralizzavano la vita dei pazienti, immobilizzandoli in un sonno perpetuo. Nelle intercettazioni, non si trova alcuna traccia di scrupoli per il danno arrecato alla salute ed alla psiche degli anziani. Solo crudele compiacimento.“Tutti hanno dormito, gli ho fatto un cocktail meraviglioso. Gli ho fatto una bomba di quelle. La mattina nel latte, ora gli ridò una dose, verso le cinque un’altra e stasera dopo cena, con un goccino di acqua. Il medico ha detto che guardiamo noi quanto dargliene e valutiamo noi i problemi. Benissimo, eccome se te lo valuto”

Di tutto ciò che avveniva ai loro cari, i parenti, che oggi hanno riabbracciato i loro cari, prelevandoli da quella specie di campo di torture, erano del tutto ignari.

Secondo quanto riportato dalla Guardia di Finanza, la struttura operava abusivamente, “gestita in assenza di qualsiasi autorizzazione amministrativa, non avendo ottenuto l’autorizzazione prevista dalla legge regionale 41/05 e non sono risultate effettuate le comunicazioni previste dalla citata legge”.