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Intervista a Fabrizio Signorelli: Naga a difesa dei migranti

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Abbiamo incontrato Fabrizio Signorelli, chirurgo generale e icona dell'associazione di volontariato Naga. Ai nostri microfoni ha raccontato progetti e storie umanitarie legate al'operato dell'associazione

Naga è un’associazione di volontariato laica con l’obiettivo di aiutare attivamente e legalmente le persone straniere facendo valere i loro diritti. L’Onlus è nata 30 anni fa e da allora si prodiga per aiutare il prossimo in numerosi settori: medicina ambulatoriale e di strada, violenza e tortura con il progetto Naga – Har, assistenza alle donne costrette a prostituirsi, assistenza legale per i cittadini che hanno ricevuto un provvedimento di espulsione e assistenza all’interno delle carceri per i detenuti.

Naga è composta da 400 volontari che assicurano assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita a cittadini stranieri irregolari. I volontari provengono da diversi settori professionali: legali, assistenti sociali e antropologi. Ma anche operatori sanitari qualificati quali medici, infermieri, psicologi e psichiatri. Tra questi ultimi spicca la figura di Fabrizio Signorelli, chirurgo generale nonchè direttore sanitario del Naga e icona dell’associazione. Lo abbiamo incontrato per capire come nasce Naga e di cosa si sta occupando al momento.

Intervista a Fabrizio Signorelli

Fabrizio cos’è Naga, come nasce e perchè nasce?

“Naga è un’associazione di volontariato che nasce nel 1987 a Milano per volontà del medico di base Italo Siena che decise di curare gli immigrati irregolari presenti sul territorio milanese nel suo ambulatorio di medicina di base. Con la crescita dei pazienti, Siena decise di associarsi ad altri colleghi e di fondare un’associazione che si occupa di curare gli immigrati irregolari”.

Ci racconti una storia legata a Naga in cui avete fornito un servizio di tutela legale e sanitario ad un vostro paziente?

“Recentemente un paziente rumeno, comunitario ma con difficile accesso ai servizi sanitari, aveva la necessità di essere curato per una neoplasia presso una struttura pubblica milanese. Inizialmente la struttura lo aveva accettato ma, dopo aver esaminato la documentazione più o meno irregolare di questa persona, si era rifiutata di ricoverarlo e di curarlo. Siamo intervenuti noi di Naga con la struttura pubblica e abbiamo spiegato loro che il paziente aveva tutti i diritti dal punto di vista legale di essere curato. Quindi la storia è a lieto fine: il paziente è stato curato e operato dall’ospedale pubblico”.

Come agisce Naga per far si che un migrante risulti idoneo per il diritto di asilo?

“I richiedenti asilo sono persone che entrano nel nostro Paese e richiedono appunto il diritto di asilo politico. Per ottenerlo, bisogna dimostrare che la persona abbia subito delle violenze e delle torture nel paese di origine. La commissione che esamina la richiesta di asilo parte dalla storia del paziente e successivamente va a controllare se la persona abbia subito dei maltrattamenti fisici dovuti alle torture subite nel paese di origine. Naga da un lato aiuta il migrante a mettere insieme la sua storia e a raccontarla al meglio alla commissione, dall’altra fornisce delle visite medico-legali nelle quali si descrivono le lesioni fisiche presenti sul corpo della persona in modo che siano utili per il supporto alla storia del richiedente asilo”.

Per conoscere gli altri temi trattati in fase di intervista, guarda il video qui sotto.

Appuntamento da non perdere

Il 20 maggio Naga scende in piazza insieme al comune di Milano con “Nessuna persona è illegale” per manifestare contro la retorica razzista e xenofoba, che ripropone la logica della ricerca del capro espiatorio addossando ai migranti la responsabilità della crisi.
Per maggiori informazioni sull’evento, consultare il sito internet dell’associazione Naga.