> > Intervista a Saffelli, il giovane milanese autore di "AMSA"

Intervista a Saffelli, il giovane milanese autore di "AMSA"

Saffelli e il suo nuovo singolo "AMSA"

Marco Saffelli, giovane cantautore milanese nell'ambito indie-pop, ci parla di sé e del suo nuovo singolo "AMSA".

Marco Saffelli, nome d’arte di Marco Alberti, è un giovane cantautore milanese che da circa un anno si sta facendo conoscere nell’ambito della musica indie-pop. Nessun disco all’attivo, ma diversi singoli: da Corso Indipendenza” al malinconico “Bagni Italia”, fino al recente “AMSA“. Difficile dare una rigida definizione del suo stile, ma basta ascoltare le sue canzoni per restare sorpresi dalla cura nella scelta delle parole, dalle immagini vivide e dalla sensazione di essere trasportati in un mondo che tutti conosciamo e che Saffelli dipinge abilmente. Oggi ci parla di sé, del suo nuovo singolo e della sua amata Milano.

Intervista a Saffelli

Partiamo con una domanda che probabilmente ti sembrerà scontata, ma inevitabile: da dove viene il nome Saffelli?

“Mi sono avvicinato al mondo della musica con il rap, l’hip hop. Mi piacevano molto i graffiti e dovevo cercare un nome d’arte. Solamente per senso estetico ho scelto Safh e mi sono approcciato alla musica con questo nome. Nel momento in cui ho avuto questa svolta pop ho deciso di tenere questo nome ma di ‘cognomizzarlo’ in Saffelli.”

A proposito dei tuoi esordi, hai cominciato in ambito rap e poi hai cambiato genere musicale. Cosa ti ha spinto verso l’indie-pop?

“Ho iniziato quando avevo 14-15 anni. A 22, quando ho avuto questa svolta, mi sentivo il rap un po’ stretto, dal momento che avevo anche studiato chitarra. Ho voluto riprendere in mano la chitarra per fare qualcosa di più elaborato anche dal punto di vista prettamente musicale. Ma anche nei testi c’è una ricercatezza diversa. Volevo semplicemente fare un upgrade, diciamo così.”

Sei aperto ad altri cambiamenti in futuro per quanto riguarda il tuo stile?

“Questo non lo so, diciamo che non lo escludo. Non penso di mettermi a fare musica classica, ma magari un’altra sfumatura potrei trovarla.”

AMSA, l'ultimo singolo di Saffelli

AMSA

Com’è nata l’idea di “AMSA“, il tuo ultimo singolo? Dove hai trovato l’ispirazione?

“Quando scrivo le canzoni non parto mai dicendo: ‘Ora scrivo un pezzo sull’AMSA’. Sarebbe impensabile. Inizio dalla base musicale: mi metto al computer, butto giù un giro, compongo… poi comincio a scrivere. I miei pezzi partono tutti dalla prima frase. In questo caso mi è venuto: ‘Ti porto in discarica a vedere un film di Woody Allen, il Milan di Van Basten, in un vecchio mini van’. Ho pensato che sarebbe stato bello scrivere una canzone in cui porto questa ragazza in discarica a vedere delle cose e da lì è nato tutto.”

AMSA, come altri tuoi pezzi, ha un forte legame con Milano. Che rapporto hai con questa città?

Milano è la città dove vivo, dove sono cresciuto, dove sono cresciuti i miei genitori. Mi affascina molto. Sinceramente non sono un grande viaggiatore ma so che non la cambierei con nessuna delle città che ho visto. La sento proprio mia, mi piace tanto dal punto di visto architettonico, per la sua storia.”

Qual è il tuo posto preferito a Milano?

“Questa è difficile. Ti dirò la circonvallazione. Non perché mi piaccia dal punto di vista estetico, ma perché mi fa sentire veramente a casa. Sai che se vai dritto arrivi lì, non puoi sbagliarti.”

Il giovane cantautore Marco Saffelli

Moderno cantautore

Qual è il tuo cantante di riferimento, il tuo modello?

“Diciamo che dal punto di vista della scrittura e della composizione non ne ho. Penso che scrivere una canzone sia una cosa molto inconscia. Il cantante che nel corso della mia vita ho ascoltato di più e che ancora mi piace tanto è Cremonini. Lo ascoltavo quando avevo dieci anni e lo ascolto ancora oggi. Poi naturalmente ci sono altri cantanti e gruppi, per esempio Calcutta, però non penso che mi abbia influenzato. Nelle sue canzoni ci sono molte belle immagini, ma quando mi metto a scrivere non riconosco la sua influenza.”

Cosa significa per te essere un cantautore oggi?

“Semplicemente raccontare delle storie. Non ci vedo tanto uno scopo sociale, non sono d’accordo con chi dice che i cantanti non devono scrivere determinate cose perché altrimenti i ragazzini le fanno. Questa è un’idea molto diffusa nel mondo del rap. Secondo me un cantautore parla di quello che ha vissuto e che vorrebbe vivere. È un po’ come un regista, come uno scrittore: parla di una storia che può piacere o non piacere, può essere più o meno cruda, ma è quello il suo scopo.”

Parliamo del futuro. Dobbiamo aspettarci nuovi singoli in uscita o progetti di altro tipo?

Di pezzi pronti ne ho tanti, perché in questi anni ho scritto molto senza fare mai uscire nulla. È un’arma a doppio taglio: dopo due anni ti chiedi se il tuo vecchio singolo ti piace ancora e se può funzionare oggi. Per quanto riguarda singoli in uscita a breve, sinceramente, non lo so. Quello che mi piacerebbe è far uscire dopo l’estate qualcosa di più corposo, come un EP; per ora non penso a un disco”.