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La gogna dei social contro la direttrice di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo

Ancora una volta internet è stato teatro di una triste storia di cyber bullismo. Scopri la storia di Katia, direttrice di una filiale di Intesa Sanpaolo.

Internet può diventare una vera e propria gogna mediatica. Questa volta è protagonista, suo malgrado, la direttrice della filiale di Castiglione delle Stiviere di Intesa Sanpaolo. Katia, questo il nome della donna, è finita letteralmente nella bufera di internet a causa di un simpatico video.

Il video

Il video in questione era stato girato in occasione di una specie di gara aziendale che puntava a creare pepe e competizione tra le sedi regionali di Intesa Sanpaolo. In questo video i dipendenti cantano una canzone per spiegare agli utenti i vantaggi dei loro servizi. “Io ci sto! Ci metto la faccia, ci metto la testa, ci metto il mio cuore” intona Katia, la direttrice. Il video è chiaramente stato prodotto in maniera autonoma e senza l’aiuto di esperti nel settore. Per questo motivo risulta alquanto divertente soprattutto visto le numerose stonature presenti all’interno del video. Come spesso accade il video ha iniziato a circolare in rete ed è diventato letteralmente virale.

Il contenuto e le sue immagini sono state condivise migliaia di volte su Facebook e , su Twitter, il video è diventato in poche ore trendig topic con tanto di hashtag dedicati per seguire le discussioni.

I commenti social

Come spesso accade, però, dalle risate si è passati alle prese in giro. E ben presto il tutto ha iniziato a sfociare in beceri insulti nei confronti di Katia. Il suo profilo Facebook è stato letteralmente invaso di commenti pieni di rabbia e di odio tanto da costringere la dipendente di Intesa Sanpaolo ad oscurare la propria foto sui tutti i social network. Le offese riguardano sia il contenuto del video sia l’aspetto fisico della povera e incolpevole Katia. In tanti, troppi, utenti chiedono addirittura il suo licenziamento per giusta causa. Altri invece ironizzano su una presunta malattia mentale della direttrice, chiaramente inesistente.

Altri ancora la paragonano alla mamma dello spot dei Buondì sperando nello stesso finale. Una vera e propria gogna mediatica senza un apparente motivo. Sono nate decine di pagine Facebook col suo nome e la sua storia è finita su tutti i giornali e telegiornali italiani.

Conclusioni

Per quale motivo tutto questo odio e astio nei confronti di Katia? La donna è stata incaricata dalla sua azienda di girare e produrre questo video che doveva avere solamente uno scopo aziendale e privato. Se si vuole ricercare un colpevole bisogna trovarlo in chi ha deciso di condividere sui social questo contenuto. Perché Katia dovrebbe essere licenziata? Svolge male il proprio lavoro? Non lo sappiamo e sicuramente non lo sanno le migliaia di persone che l’hanno insultata sui social. Prima di fare i leoni da tastiera rischiando di rovinare, come è già successo in passato, la vita di una persona bisognerebbe pensarci due volte.