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Iran, una città abbandonata inghiottita dal deserto

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A pochi passi dal mito la città di Iram è forse stata trovata. Dopo secoli passati sotto la sabbia ora torna alla luce.

Iram, che per secoli è stata considerata una città mitologica, forse è risorta dalle ceneri del suo passato. Conosciuta anche con i nomi “Iram dei Pilastri” o delle “Colonne”, la “Città d’Ottone” e l’Atlantide del deserto diventa popolare in occidente grazie alla famosa raccolta di racconti “Mille e una notte“. Anche il Corano la menziona, ma nonostante ciò, per moltissimi anni rimase soltanto un mito. Un team di ricercatori, convinti della sua esistenza, non si sono arresi ma si sono impegnati a cercarla.

Iram, la città mitologica

Molti, affascinati dal mistero della città mitologica di Iram, tentarono di scoprire le fondamenta della sua esistenza. Alcuni la identificarono con la città di Alessandria, altri Damasco e infine con la città di Ubar scoperta soltanto nel 1992. Nel Corano si narra che la città di Iram fu sommersa dalle sabbie per opera di Allah. Indignato ed offeso dai cittadini Allah decise di seppellirla nel deserto di Rub ‘al-Khali, nell’attuale Oman. Di recente gli studiosi sono quasi certi di attribuire alla città di Ubar l’indentità di Iram. Il motivo è semplice, le descrizioni delle antiche scritture corrispondono con le scoperte del ’92.

Scoperte archeologiche

Il team di studiosi ed archeologi decisero di seguire il sogno di trovare la città perduta di Iram. Imbattendosi nel deserto di Rub ‘al-Khali e con l’aiuto della NASA, e del programma Landsat, riuscirono a trovare qualcosa. Indispensabili furono le foto che lo Space Shuttle scattò lungo il territorio interessato per permetterne l’identificazione. Dalle ricerche emerse Ubar, un’antica città carovaniera il cui sostentamento era il commercio d’incenso e altri beni verso le città del Mediterraneo. Probabilmente fu abitata dal 3000 a.C. al 500 d.C. anni in cui si compì il disastro. La sua scomparsa infatti va attribuita proprio al deserto e alla sabbia.

Come racconta il Corano, riferendosi ad Iram, Ubar fu letteralmente sommersa dalla sabbia e poi inghiottita da una caverna calcarea sottostante. La città era infatti costruita su questa grotta nella quale vi era la fonte d’acqua che permetteva ad essa stessa di esistere. Oggi di questa piccola città non rimangono che resti. Da quello che ne è rimasto è però stato possibile capire la struttura dell’antica cittadina. Era circondata da mura e da ben otto torri. I negozi e i magazzini erano molto numerosi, fatto che fece intuire la sua natura commerciale. Tutte le sue ricchezze poi vennero spazzate via da quell’evento catastrofico che inghiottì il centro abitato tra il 300 e il 500 d.C. Nessuno ha ancora ufficialmente identificato Ubar come Iram, ma tutti gli elementi conosciuti non possono che farlo credere.