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Iran, possibile attacco all'Isis: messaggio agli Usa

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Iran contro l’Isis, ma anche pronto a scagliarsi contro gli USA ed i sauditi. Sale la tensione internazionale nell’area siriana dopo rappresaglia iraniana.

Iran, Isis, USA e sauditi, torna a salire la tensione nella scacchiere siriano, ed una rappresaglia condotta nelle ultime da ore da parte delle guardie rivoluzionarie iraniane contro i jihadisti in Siria, rischia di innescare una pericolosa escalation.

La giornata di ieri non è stata certo positiva per ciò che riguarda i rapporti tra Iran e Stati Uniti d’America con i sauditi, nonostante l’evento bellico più significativo, almeno ad un primo sguardo, abbia riguardato in effetti “soltanto” attacchi del Paese con capitale Teheran e le forze Isis siriane. A ben guardare tuttavia, è successo ben altro, e ad essere implicati sono i già non positivi rapporti tra gli USA e l’Iran.

Da alcune agenzie si apprende che i Pasdaran iraniani, si sarebbero scagliati contro alcune basi Isis site nel territorio siriano, una vera e propria risposta militare in pieno stile, a quanto avvenuto nelle ore precedenti, quando invece a colpire in modo violento l’Iran erano state le stesse forze Isis.

A sottolineare questa dinamica è stato lo stesso generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, il quale ha chiaramente espresso tutto il proprio risentimento per i sanguinosi attacchi condotti dall’Isis sia sulla tomba di Khomeini nella zona di Qom, si direttamente al Parlamento di Teheran.

Pertanto, prima l’Isis attacca l’Iran, e poi, secondo la ricostruzione del Generale, l’Iran risponde con il lancio di missili a danno dell’Isis nelle sue basi siriane. Eppure non c’è soltanto questo nell’ultima azione militare dei Pasdaran, dal momento che lo stesso generale Ramazan Sharif ha chiaramente fatto intendere che il lancio missilistico completato nelle ultime ore, costituisce un messaggio anche indirizzato agli USA ed ai sauditi.

In altre parole, il timore delle Guardie rivoluzionarie, è che USA o sauditi possano approfittare del caos nella zona per consolidare proprie prese di potere, fatto inquietante, dal punto di vista dei Pasdaran. I missili con i quali si sono colpiti le basi Isis sono allora al tempo stesso una minaccia per altre forze presenti nello scacchiere siriano.

Per meglio capire la posizione di Ramazan Sharif occorre ricordare che nelle ore precedenti all’attacco iraniano in Siria, forze statunitensi avrebbero abbattuto un velivolo di Damasco, più precisamente un Su-22, con un proprio caccia F 18 Super Hornet.

Secondo una ricostruzione fatta dagli USA, tuttavia, sembrerebbe che questo episodio sia intervenuto solo dopo che lo stesso velivolo si era reso protagonista a sua volta, di un attacco nei confronti delle milizie arabo-curde.

Se da una parte dunque si stringe il cerchio intorno all’Isis con Iran direttamente coinvolta, dall’altra non si stempera il clima tra Teheran e gli USA, e tanto meno con l’Iraq.

Per questo la paura di molti osservatori internazionali è che la situazione possa degenerare, dando luogo ad un’escalation pericolosa e furiera di ulteriori numerose perdite di vite, anche perché di ulteriore caos nella zona ne potrebbero approfittare le forze che sostengono l’Isis, sia in Siria che in altri Paesi limitrofi.

Per capire quanto possa essere turbolente la zona, basta dire che i missili scagliati dai Pasdaran contro le basi Isis in Siria, hanno sorvolato aree geografiche occupate da soldati statunitensi ed europei, prima ovviamente di scaricare il proprio potenziale di morte sull’obiettivo militare individuato dalle Guardie rivoluzionarie iraniane.