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Iraq, le truppe irachene sono entrate a Mosul, l'Isis arretra

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A sedici giorni dall'inizio dell'offensiva, le truppe irachene sono riuscite a entrare  a Mosul. L'Isis arretra, ora si combatte all'interno della città. La situazione a Mosul, Iraq, si starebbe sbloccando. Dopo che nei giorni scorsi l'avanzata delle truppe regolari sembrava essersi quasi arrest...

A sedici giorni dall’inizio dell’offensiva, le truppe irachene sono riuscite a entrare a Mosul. L’Isis arretra, ora si combatte all’interno della città.

La situazione a Mosul, Iraq, si starebbe sbloccando. Dopo che nei giorni scorsi l’avanzata delle truppe regolari sembrava essersi quasi arrestata, ieri l’esercito nazionale è riuscito a fare il suo ingresso all’interno della città. Secondo quanto riferito dalle principali agenzie di stampa (che fanno riferimento alle notizie diffuse dai gruppi anti Isis presenti a Mosul e nei dintorni), le truppe irachene sarebbero penetrate per cinque chilometri all’interno di Mosul. “Il quartiere di Kharama è deserto, la popolazione aspetta l’arrivo dei liberatori”, hanno affermato i militanti, secondo i quali i miliziani del Califfato “hanno arretrato la propria linea difensiva, attestandosi nel cuore di Mosul”.

L’offensiva è stata lanciata 16 giorni fa. L’esercito iracheno è affiancato da reparti di polizia e forze speciali, dalle milizie sciite e dai peshmerga curdi. Ieri, per la prima volta, la resistenza opposta dagli uomini dell’Isis è stata superata e il fronte orientale di Mosul è stato liberato.

L’ultima mossa dei miliziani è stata tentare di utilizzare quasi 25 mila civili come scudi umani, ma il trasferimento delle persone sul fronte est è stato impedito da incessanti bombardamenti. Finora, secondo quanto affermato dal portavoce della coalizione internazionale, il colonnello John Dorian, su Mosul sono state sganciate circa 3 mila bombe.

Lo stesso Dorian, in conferenza stampa, si è rivolto alla popolazione irachena con un perentorio “vi libereremo dall’Isis”. Ora che il teatro degli scontri è diventata la città vera e propria, il rischio di coinvolgimento dei civili potrebbe diventare ancora più grande. Nei giorni scorsi, i miliziani dell’Isis in ritirata avevano fatto largo uso di scudi umani, piazzato cecchini e dispositivi esplosivi su tutto il territorio, scavato trincee riempiendole di petrolio pronto a essere incendiato. Al momento, i maggiori timori riguardano proprio le tattiche che il Califfato intenderà porre in essere per continuare a resistere.