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Irec: pandemia e ritardi pagamenti fatture affossano le imprese

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Roma, 17 giu. (askanews) - La Pandemia ha raso al suolo l'attività di molte imprese italiane che, malgrado i numeri sul fronte sanitario siano sensibilmente migliorati, continuano ad arrancare con pesanti ricadute sui pagamenti delle fatture. Askanews ha intervistato Victor Khareiddin, presidente...

Roma, 17 giu. (askanews) – La Pandemia ha raso al suolo l’attività di molte imprese italiane che, malgrado i numeri sul fronte sanitario siano sensibilmente migliorati, continuano ad arrancare con pesanti ricadute sui pagamenti delle fatture. Askanews ha intervistato Victor Khareiddin, presidente del Gruppo Irec, società specializzata nel recupero crediti commerciali.

“La situazione delle imprese italiane in questi primi 5 mesi del 2021 si discosta notevolmente da quella che è la situazione sanitaria nazionale. Noi abbiamo preso un panel di aziende, 1.200 imprese nostre clienti, alle quali abbiamo sottoposto un altro sondaggio nei primi mesi del 2020. Abbiamo messo a confronto i numeri e questi sono impietosi perché ci dicono che le aziende italiane attualmente stanno vivendo una problematica nel mancato incasso delle proprie fatture molto molto importante. Si registra il 63% delle fatture emesse che non viene pagato a scadenza con una media di ritardo di 42 giorni.

“Tra queste aziende quelle che stanno soffrendo di più sono le micro imprese che hanno i numeri peggiori, infatti il 67%, parliamo di 4milioni e più di imprese, incassano con un ritardo medio di 48 giorni”.

Una tendenza, spiega Khaireddin, che un po’ a sorpresa non risparmia neanche le grandi imprese: “Subito dopo le piccole imprese a soffrire di più sono le grandi aziende che addirittura incassano con un ritardo medio di 44 giorni, inoltre meno di un’azienda su due riesce ad incassare correttamente”.

Sul banco degli imputati le restrizioni messe in atto per fronteggiare la pandemia: “Le cause sono certamente le chiusure che ci sono state da marzo ad oggi. Chiusure che ovviamente hanno avuto una motivazione ma che di contro hanno portato a un crollo della domanda e quindi del volume di affari delle aziende italiane”.

Emblematico, fa notare Khareiddin, il caso dei ristoranti che hanno fatto ordinativi che però, a causa delle chiusure, non sono stati utilizzati. Il mancato incasso ha fatto sì che la relativa fattura, con tutta probabilità, non sia stata saldata creando così difficoltà ad un’altra impresa. “Questa ovviamente è la situazione della stragrande maggioranza delle imprese. Le imprese non stanno incassando le proprie fatture non perché dall’altra parte qualcuno se ne approfitta ma perché la domanda è crollata, il volume di affari è crollato e quindi la liquidità delle imprese, che permette di pagare le fatture, non c’è”.

Secondo Khaireddin, il governo gioca un ruolo essenziale per invertire questa tendenza. “Importantissimi saranno i mesi di giugno luglio e agosto perché con le riaperture che stiamo vedendo si permette alle imprese di ricominciare a lavorare quasi al pieno delle proprie forze e soprattutto di programmare la loro attività un po’ più in là di una settimana come purtroppo è stato fino ad ora”.

“Chiaramente l’appoggio delle istituzioni in questo sarà fondamentale perché se si darà alle aziende di poter lavorare si darà la possibilità di aumentare la domanda e quindi il volume di affari. Cosa che permetterà quindi alle aziende non solo di pagare correttamente le fatture che vengono emesse adesso ma incominciare saldare le problematiche create nei mesi passati. Ovviamente, qualora a settembre la situazione dovesse peggiorare e quindi tornare di nuovo alle chiusure come nel 2020, vorrebbe dire condannare al fallimento milioni di imprese perché noi addirittura abbiamo notato che circa il 40% di bar e ristoranti sono a rischio fallimento. Il governo dovrà fare di tutto per far sì che i numeri vengano mantenuti sotto costante controllo e si permetta quindi di continuare a lavorare”.