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Isis, parla Minniti: 'Se sconfitto in Siria e in Iraq, si rischia ritorno foreign fighters'

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Marco Minniti sui foreign fighters: "Se l'Isis viene sconfitto in Siria e Iraq ci sarà la diaspora dei foreign fighters. Potrebbero essere anche 25.000".

Marco Minniti, ministro dell’Interno del governo Gentiloni, torna a parlare di Isis. La preoccupazione del Ministro è un possibile ritorno di foreign fighters in Europa, una sorta di “diaspora“, che potrebbe verificarsi nel momento in cui le roccaforti dell’Isis in Iraq e in Siria vengano sconfitte. L’ombra del terrorismo, dunque, torna ad aleggiare sull’Europa, con il Ministro italiano che si dimostra fortemente preoccupato del futuro europeo ed italiano. Le stime, secondo quanto riferito proprio da Minniti, parlando di 25.00030.000 persone che si trasferiranno in Africa Settentrionale ed in Europa, seguendo le rotte dei trafficanti. Tra queste persone potrebbero esserci molti potenziali foreign fighters.

Minniti, attenzione in Europa

Il Ministro dell’Interno italiano lancia l’allarme in tutta Europa per il possibile arrivo di foreign fighters, che si allontanano da Siria e Iraq in seguito alla progressiva sconfitta dell’Isis. Questi potrebbero mescolarsi anche tra le persone che scappano da quelle terre e fanno rotta in Africa settentrionale e in Europa grazie ai trafficanti. In quest’ottica, dunque, il confine con la Libia è sempre più da salvaguardare con criteri legati all’antiterrorismo.

Potrebbero trattarsi – ha affermato recentemente Minnitidi 30.000 persone che lasciano Siria e Iraq. Dalle roccaforti dell’Isis potrebbero arrivare anche pericolosi militanti. Occorre prestare attenzione al confine con la Libia e alzare la guardia“. Un’allarme che il Ministro non è nuovo a lanciare: già a luglio, infatti, in un incontro al Centro di Studi Americani aveva affrontato l’argomento relativo ai foreign fighter, dichiarando che il numero potrebbe arrivare fino a 27.000, provenienti da tutto il mondo.

I foreign fighters in Siria ed Iraq

Difficile avere una stima precisa dei foreign fighters che hanno abbandonato il loro paese per andare ad addestrarsi e a combattere nelle file del Califfato in Siria ed Iraq. A luglio, Minniti aveva parlato di 27.000 persone, di cui molti però potrebbero essere morti. Se l’avanzata dell’Isis dovesse essere bloccata e il Califfato sconfitto questi potrebbero anche fare ritorno in Europa. Si parla, infatti, di 5.000 europei che sono stati arruolati nelle file del terrorismo islamico: un numero gigantesco, se si pensa ad un’eventuale diaspora che deve essere tenuta sotto controllo.

Nel 2014 la Cia aveva stimato che fossero tra i 20.000 e i 30.000 i combattenti stranieri presenti nello Stato Islamico. L’anno successivo, il Soufan Group, aveva parlato di numeri compresi tra i 27.000 e i 31.000 con provenienza da almeno 86 paesi diversi. Numeri molto simili a quelli snocciolati dal nostro Ministro dell’Interno e che fanno pensare ad un esercito difficile da affrontare, per le modalità in cui opera. Di questi, alcuni potrebbero anche essere deceduti in combattimento, ma non bisogna escludere che se ne possano anche essere aggiunti.

I restanti

Secondo il Guardian, in un’inchiesta svolta dal quotidiano lo scorso aprile, i foreign fighters stranieri in Siria e in Iraq si aggirerebbero intorno ai 30.000. I soldati si sarebbero arruolati per l’Isis, ma sarebbero pronti a fare ritorno in patria, se il Califfato glielo chiede. Il governo americano aveva, quindi, smentito il Guardian, affermando che di quei 30.000 almeno 25.000 sarebbero stati uccisi. Ne potrebbero rimanere, dunque, 5.000: una cifra che si avvicina a quella identificata da Minniti.