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Isis propaganda, chiamata contro Roma per i lupi solitari

Isis

L'Isis minaccia Roma con un manifesto diffuso poche ore fa nel quale si vede un militante affiancato da un lupo che osserva Piazza San Pietro.

L’Isis torna a minacciare, e ancora una volta mette nel suo mirino la nostra Capitale. Lo aveva fatto con dei manifesti, proprio come tempo prima aveva fatto per i prossimi Mondiali di calcio in Russia. Quella volta si era trattato di una vera e propria chiamata ai lupi solitari del Califfato. Adesso, la paura si fa molto più concreta, perché non si tratta di manifesti, ma persone in carne ed ossa. Infatti, propria sollecitata dalla minaccia di ben 50 sospetti, tutti di nazionalità tunisina e sbarcati in Italia.

Isis Roma

La minaccia ci aveva invitato ad alzare ulteriormente la guardia. Nell’ultimo manifesto diffuso dall’Isis, abbiamo visto piazza San Pietro osservata dall’alto da un militante dello Stato Islamico. Al suo fianco, a guardare minaccioso la capitale del cristianesimo (cattolico) c’è un lupo bianco. Palese quindi il riferimento ai lupi solitari. Se da una parte, in Medio Oriente, l’Isis continua a perdere terreni e la sua sconfitta sembra più vicina, dall’altra il movimento rischia di frammentarsi sempre più. Ciò renderebbe gli adepti del Califfato più pericolosi, imprendibili e più difficili da identificare. Quindi, questo manifesto si tratta di una vera e propria chiamata per i lupi solitari.
Il susseguirsi di minacce, di base è più una guerra psicologica, ma il riferimento ai lupi solitari è rende il tutto più imprevedibile e pericoloso.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti a novembre dichiarò che contro questi lupi solitari (chiamati anche leoni di città), bisogna agire con la prevenzione e con la intelligence. La vera moschea di arruolamento Isis è quella del web, quindi bisogna “regolare senza punire”.

Allarme Interpol

Secondo quanto rivelato dall’Interpol, cinquanta sospetti combattenti dell’Isis, tutti di nazionalità tunisina, sarebbero sbarcati di recente in Italia via mare. A riferire la notizia è stato il quotidiano britannico “The Guardian”, secondo il quale lo scorso 29 novembre l’organizzazione internazionale di polizia avrebbe mandato al Ministero dell’Interno una lista di nominativi di quelli che erano ritenuti sospetti. A sua volta, il Viminale ha girato questa lista a tutte le agenzie antiterrorismo europee.

Secondo quanto rivelato da un funzionario dell’antiterrorismo europeo, ascoltato dal Guardian, i sospetti militanti dello Stato Islamico sarebbe riusciti ad arrivare in Italia fra luglio e ottobre dello corso anno.

Secondo quanto emerso finora, sarebbero riusciti a sbarcare nella nostra penisola a bordo di piccole imbarcazioni che poi successivamente sono state abbandonate in spiaggia. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano britannico, alcuni dei combattenti erano stati identificati da parte delle autorità italiane nel momento in cui sono sbarcati sulle coste siciliane. Quattro di loro, infatti, erano già noti alle agenzie antiterrorismo europee. Ma non solo. Uno di questi avrebbe anche già superato il confine italo-francese per raggiungere il dipartimento di Gard, nel sud della Francia.

Paura terrorismo

Questi manifesti di minaccia dovrebbero far aumentare l’allerta e la sicurezza negli eventi più partecipati. Su una cosa, in questa guerra psicologica, l’Isis sta riuscendo. La paura di un attentato, c’è, ed ha influenzato la vita degli italiani. Un’indagine svolta da Ipsos ha infatti rivelato un dato interessante e significativo. Un terzo dei cittadini italiani avrebbe smesso di utilizzare i mezzi pubblici, oppure li prende solamente se rappresentano una scelta obbligata. Il 42 per cento dei nostri connazionali non ha il coraggio di partecipare a grandi eventi pubblici. All’incirca la stessa cifra rinuncia a viaggiare all’estero. Non solo, il 25% degli italiani evita anche le grandi città della penisola. La paura del terrorismo Italia comporta questo, ed è cresciuta rispetto a due anni fa. È un mezzo talmente potente che in un breve lasso di tempo ha cambiato le abitudini delle persone.