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Isis, guerra in Siria: città di Raqqa liberata

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Poche ore fa è stata liberata Raqqa, città capitale dello Stato Islamico. Tuttavia si combatte ancora contro delle cellule Isis che resistono.

Lo avevano detto nei giorni scorsi, adesso ne dà notizia l’Osservatorio per i diritti umani. Le milizie curde, con l’appoggio degli Stati Uniti, hanno espugnato da poco Raqqa, la capitale dello Stato Islamico. Tuttavia, nei dintorni si combatte ancora con dei membri dell’Isis superstiti che hanno formato delle sacche di resistenza. Si combatte anche nel centro cittadino, nelle immediate vicinanze dello stadio.

Capitale Isis liberata

Raqqa, capitale dello Stato Islamico, è adesso in mani ai curdi. Lo annuncia ufficialmente anche il portavoce delle forze democratiche siriane (Fsd), alleanza di milizie curde e arabe con l’aiuto deli Usa. L’ultimo bastione a cedere è stato lo stadio della città. Prima era stato conquistato l’ospedale, altra zona di resistenza delle milizie jihadiste. Termina così un’offensiva incominciata a giugno scorso, e che ha visto lanciare l’assalto conclusivo contro la città siriana due giorni fa.

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Amministrazione Isis

Con la rinconquista di Raqqa, lo stato islamico perde l’ultima città importante che controllava fra Siria e Iraq. Soprattutto viene meno il luogo che aveva elevato a capitale del Califfato. La scorsa estate a cadere nelle mani dell’esercito iracheno, sempre sostenuto dagli Usa, era stata Mosul, l’altra città principale dello Stato Islamico. Ma dal punto di vista simbolico la caduta di Raqqa è molto più pesante e significativa per tutte le parti. In questa città, infatti, si erano radunati migliaia di combattenti stranieri accorsi da tutto il mondo per prestare servizio nelle schiere dell’Isis. Qui lo Stato islamico aveva messo in piedi una vera e propria amministrazione, con tanto di polizia, documenti e tasse.

Nei gironi scorsi un grosso numero di combattenti aveva lasciato la città di Raqqa. Ma molti, soprattutto stranieri, avevano scelto di combattere fino all’ultimo momento. A Raqqa sono ancora, purtroppo, imprigionati migliaia di civili, impossibilitati a lasciare la città perché bloccati da due fuochi. Da una parte ci sono i bombardamenti delle forze internazionali, dall’altra i blocchi imposti dall’Isis.

Isis ancora pericolosa

Adesso l’Isis ha perso così il suo radicamento territoriale. Davvero un duro colpo per i jihadisti. Ma l’Isis non cessa di esistere, è ancora un’organizzazione terroristica molto forte. Quind, forse adesso questi integralisti islamici sono ancora più pericolosi per l’occidente. Con ogni probabilità i sopravvissuti e quelli che sono riusciti a scappare stanno pensando a delle contromosse pericolose. Tuttavia si tratta di un’importante passo nella guerra contro questi fondamentalisti islamici. Adesso ai seguaci jihadisti rimane solo una porzione della provincia orientale siriana di Deyr az Zor, dove le forze del regime di Damasco, sostenute da russi e iraniani, hanno riconquistato il bastione di Mayadin e spingendo i jihadisti verso le aree desertiche del confine con l’Iraq.

Raid Usa

Un raid di caccia americani, ha distrutto questa mattina ben due centri di addestramento dell’Isis nello Yemen. Si parla di decine di morti tra i sostenitori del Califfato. Pare che fossero presenti almeno 50 miliziani. Oggi è senza dubbio una giornata negativa per l’Isis.