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Islanda sconfigge alcool e droga, ecco come

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Ecco come la piccola Islanda è riuscita a sconfiggere la diffusione di alcool e droga tra i giovani. Ma nessuno vuole imitarla. Sconfiggere l’abuso di alcool e droga si può. A dimostrarlo, dati alla mano, è stata di recente l’Islanda, passata dall’avere un record negativo in questo ambito ...

Ecco come la piccola Islanda è riuscita a sconfiggere la diffusione di alcool e droga tra i giovani. Ma nessuno vuole imitarla.

Sconfiggere l’abuso di alcool e droga si può. A dimostrarlo, dati alla mano, è stata di recente l’Islanda, passata dall’avere un record negativo in questo ambito ad una popolazione di adolescenti fra le più “pulite” d’Europa.

Nell’isola, la percentuale di giovani che fanno uso abituale di alcool è passato dal 48% del 1998 al 5% dello scorso anno. A parlarne è stato, di recente, uno studio pubblicato dalla rivista Mosaic Science.

Youth in Iceland, l’Islanda dice no ad alcool e droga

La ricetta islandese, chiamata Youth in Iceland, è brillante per la sua stessa semplicità: promozione di attività sportive e ricreative, qualche divieto (addirittura una sorta di coprifuoco), massima collaborazione fra istituzioni scolastiche e famiglie.

Il riuscito esperimento dell’Islanda dovrebbe risultare molto interessante per molti Paesi europei, Italia inclusa. Da noi, infatti, solo per fare un confronto, si registra ad oggi il più alto numero di ragazzi di 15 – 16 anni che fumano. Eppure, la soluzione non ha trovato finora molti estimatori al di fuori dei confini dell’isola.

Lo “sballo” viene dallo sport

A partire dal 1998, in Islanda il numero di adolescenti impegnati in maniera stabile in attività sportive (tre – quattro volte la settimana) è andato via via crescendo in modo costante fino a raddoppiare attorno al 2012. Nello stesso arco di tempo, la percentuale di adolescenti abituati all’uso di alcool e droga è scesa in modo clamoroso.

Pur avendo l’Islanda dato una dimostrazione diretta che condurre una vita sana e all’insegna dello sport (non per forza di cose a livello agonistico) allontana da vizi di vario genere, nessun altro Paese europeo ha seguito o sembra in procinto di seguire la stessa strada, ponendo in essere misure simili.

La tesi del dottor Milkman

Le origini della sostituzione degli effetti delle droghe con quelli dell’attività sportiva risalgono ad una tesi di dottorato del 1992. L’autore è Harvey Milkman, oggi ordinario di psicologia proprio a Reykjavik, il primo a sostenere che lo stordimento o l’eccitazione provocati dalle droghe potessero essere replicati con gli effetti chimici indotti sul cervello dalle attività sportive. Una teoria che, oggi, sembrerebbe avere trovato una conferma pratica grazie all’esperimento dell’Islanda.