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Israele, incendiata la tomba del Patriarca Giuseppe

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Continuano gli episodi di violenza in Israele, nell'ambito di quella che ormai chiamano tutti la Nuova (o Terza) Intifada. 35 palestinesi e 10 israeliani morti solo nelle ultime settimane, dall'inizio di ottobre. Questi i numeri che descrivono l'attuale situazione, sempre più fuori controllo. ...

Continuano gli episodi di violenza in Israele, nell’ambito di quella che ormai chiamano tutti la Nuova (o Terza) Intifada.

35 palestinesi e 10 israeliani morti solo nelle ultime settimane, dall’inizio di ottobre. Questi i numeri che descrivono l’attuale situazione, sempre più fuori controllo.

Ieri, un gruppo di coloni palestinesi ha usato delle bottiglie molotov per dare fuoco ad alcune parti della Tomba del Patriarca Giuseppe a Nablus, in Cisgiordania. Un gesto di forte provocazione, considerato che si tratta di un luogo sacro a tre religioni, e che ha suscitato la reazione immediata degli israeliani, che hanno bloccato il transito in corrispondenza di uno degli accessi alla città di Nablus.

Nel frattempo, un altro palestinese è rimasto ucciso a Gaza in uno scontro a fuoco con un gruppo di soldati israeliani, mentre, a Hebron, un palestinese travestito da fotoreporter ha pugnalato un militare israeliano.

Venerdì era stata proclamata una nuova “giornata della rabbia” da Hamas, un’altra giornata dedicata al proseguo dell’Intifada contro gli israeliani, ma gli effetti rischiano di essere devastanti. La ripresa delle ostilità, legata in particolare ad un primo episodio di lancio di razzi nella zona meridionale di Israele, mai rivendicato da Hamas e risalente alla metà di settembre, rischia di incrementare il caos nel paese aprendo la strada all’infiltrazione e alla crescita di gruppi nella sfera dello Stato Islamico.

Che l’Isis possa diventare uno degli attori nella questione fra Israele e Palestina è una eventualità alla quale la comunità internazionale non deve lasciare alcuna chance di realizzazione.

Nei prossimi giorni, il Segretario di Stato americano John Kerry andrà in Medio Oriente con l’obiettivo di portare i premier israeliano Benjamin Netanyahu e palestinese Abu Mazen a un tavolo di trattativa. Dagli USA, il presidente Obama ha invitato ieri i due leader a “fermare le violenze ora e provare a risolvere i problemi”, ricordando al contempo che “Israele ha il diritto di difendersi e di proteggere i suoi cittadini e i palestinesi hanno il diritto di poter seguire le loro legittime aspirazioni”.